Vaccini, botta e risposta fra il Veneto e Roma
Pressing delle ministre Fedeli e Lorenzin sul governatore del Veneto, Luca Zaia, perché faccia «marcia indietro» sul decreto che prevede una moratoria fino al 2019 - 20 per la presentazione della documentazione che attesti l'avvenuta vaccinazione dei bambini per l'iscrizione a nidi e scuole materne. La richiesta è contenuta in una lettera inviata al governatore, il quale replica: «Approfondiremo» e «nel giro di 24 ore cercheremo di capire. Non c'è alcuna volontà di politicizzare la partita».
Nella lettera, le ministre chiedono una revisione delle posizioni ed un provvedimento «correttivo» del decreto.
Zaia definisce la lettera "interlocutoria e non ultimativa" ma rileva di averla passata "al dirigente della Sanità e ai suoi tecnici perché mi diano le proprie osservazioni".
"Ricordo ai disattenti, ma anche ai furbetti che vogliono buttarla in rissa - sottolinea -, che questa discussione nasce dal fatto che il mio dirigente alla sanità con i suoi tecnici ha dato un'interpretazione della legge secondo cui c'è una finestra per i bimbi da 0 a 6 anni che sono già iscritti alla scuola dell'infanzia. Non parliamo di scuola dell'obbligo".
"Nel giro di 24 ore - rileva - cercheremo di capire. Non c'è nessuna volontà di politicizzare la partita: rispetto le idee di tutti ma la politica resti fuori".
Anche Forza Italia attacca Zaia, ma il leader della Lega Salvini lo difende invitando Fi ad «occuparsi d'altro».
Il Veneto si conformi alla legge, è l'appello lanciato a Zaia dai due capigruppo azzurri di Camera e Senato, Paolo Romani e Renato Brunetta. «Ogni ulteriore rallentamento nella copertura vaccinale dei nostri bambini - sostengono - rappresenta un serio danno alle nostre comunità». Appello respinto però al mittente da Salvini, che prende le parti di Zaia: «Romani e Brunetta hanno tempo per occuparsi di altri problemi. Zaia sta ricevendo le lodi di tante associazioni: vaccinarsi deve essere una libera scelta, non un obbligo sovietico. Non vorrei - afferma - che l'Italia sia stata scelta da cavia delle case farmaceutiche».
Nel centro-destra è dunque scontro, mentre il Pd attacca Zaia parlando di «sfacciata avversione del Veneto allo Stato». Matteo Renzi incalza: «Zaia populista gioca sulla paura delle persone».
Il governatore della Lombardia Roberto Maroni, intanto, conferma che rispetterà la legge sull'obbligo: «Zaia - precisa - ha fatto la scelta che riteneva opportuno fare. Io ho fatto una scelta diversa sulla base delle rassicurazioni che ho avuto dalle ministre». Intanto - in attesa che venga formalizzato l'annunciato ricorso del governo contro il decreto del Veneto, ricorso al momento in stand-by - le ministre Fedeli e Lorenzin chiedono dunque a Zaia «un provvedimento correttivo, anche a tutela dei cittadini della sua Regione e in particolare dei minori che non possono vaccinarsi per motivi di salute e che per tale motivo necessitano della protezione di gregge».
Ciò tenuto conto, scrivono, «dell'assenza di alcun dubbio interpretativo» in merito alle disposizioni normative emanate.