Modena, priore di San Pietro indagato per aver sottratto alla Chiesa un’eredità da 4 milioni
Nel 2013 il conto di San Pietro viene trasferito in una banca di Bolzano, sempre in un conto intestato alla parrocchia, ma senza aver avvisato l’ordine monastico e la Curia
MODENA. Cinque richieste di rinvio a giudizio a Modena per un'inchiesta della Procura sulla gestione di una donazione dal valore di 4 milioni di euro lasciata in eredità da una donna deceduta all'abbazia dei padri benedettini, nonché parrocchia, di San Pietro, che si trova nel centro della città emiliana.
Nella donazione terreni che il Comune aveva poi espropriato facendo confluire il loro valore, appunto 4 milioni, nelle casse della chiesa, come indicato dalla donna.
Indagati a vario titolo per ipotesi di reato che parlano di appropriazione indebita, riciclaggio ed auto riciclaggio, sono il priore dell'abbazia, ed attualmente ex parroco, e quattro professionisti tra cui un consulente finanziario titolare di una società che ha sede a Londra.
Sotto la lente della magistratura modenese, a firmare l'inchiesta è il pm Giuseppe Di Giorgio, sono i movimenti di denaro legati alla donazione che sarebbero avvenuti senza informare la Curia o l'ordine monastico e senza, ritiene l'accusa, tenere conto delle indicazioni della donna che aveva fatto l'ingente donazione a favore della parrocchia, ovvero affinché venisse utilizzata per aiutare i poveri.
Nell'inchiesta si fa riferimento al trasferimento della somma ad un conto in banca intestato però all'abbazia e ad un trust con scopi generici riconducibile anche all'alto prelato. L'intero patrimonio è stato posto sotto sequestro dalla Guardia di finanza. L'udienza preliminare si terrà in Tribunale a Modena il prossimo 12 aprile.