E se si tornasse veramente a fare politica per passione, prendendola come puro impegno civico e non come carriera? Questo dovrebbero essere le circoscrizioni: un luogo dove confrontarsi sul quartiere e i suoi progetti, magari anche per elaborare proposte che vadano bene a tutta la città. Dovrebbero essere luoghi dove ci si confronta liberamente, senza bandiere e disciplina di partito. Perché se oggi le circoscrizioni hanno un limite, secondo me, è che sono una palestra politica condizionata dalle direttive che arrivano dall'alto. Raramente i consiglieri circoscrizionali hanno il coraggio di contraddire le posizioni ufficiali del proprio partito e ancor più raramente t presidenti, per i quali spesso la circoscrizione è un trampolino di lancio verso altri traguardi, osano portare avanti iniziative in contrasto con l'amministrazione comunale. Le delibere finiscono per essere tutte uguali, pareri fotocopia che aggiungono poco al dibattito. Se invece, come qualcuno ha proposto, i consigli circoscrizionali fossero dei comitati dove chi ha voglia di impegnarsi si candida, in una lista unica, e si mette a disposizione in forma volontaria, forse potrebbero venir fuori veramente le energie e le idee della base degli elettori. Non si perderebbe tempo inutilmente per dare un parere, che a mala pena viene letto, sul regolamento dei parrucchieri piuttosto che sul bilancio di previsione del Comune. E allora se proprio a Trento, contrariamente a quanto avviene nel resto d'Italia, si vogliono tenere in vita le circoscrizioni almeno si faccia piazza pulita del sistema attuale. Anche per la giunta in fondo sarebbe meglio avere gli stimoli di giudizi liberi e originali che un coro di sì prodotto da un sistema ingessato.