Licenziamento volontario? Fa paura la procedura online
Le perplessità dei sindacati
Per chi intende licenziarsi volontariamente da domani non lo potrà più fare attraverso una semplice raccomandata ma servirà, obbligatoriamente, seguire una procedura online collegandosi a un sito internet. La norma, che vale solo per il comparto privato, è stata introdotta nel Jobs Act ed è entrata in vigore ieri, sabato 12 marzo. È un provvedimento che il Governo ha deciso di prendere contro le dimissioni in bianco che rappresentano una forma di violenza inaccettabile. In Trentino lo scorso anno sono state 15 mila le persone del privato che hanno comunicato le proprie dimissioni ma non si è ovviamente a conoscenza di quante siano state quelle cosiddette «in bianco». Si stima però, che ogni anno 20 mila persone in Italia siano costrette a firmare dimissioni in bianco in caso di maternità, lunghe malattie o infortuni sul lavoro.
In realtà, se da un lato il Governo cerca di semplificare alcune procedure e a salvaguardare i lavoratori, dall'altro però rischia ulteriormente di complicare le cose. A pensarlo è anche la Cgil con Antonio Trombetta che proprio ieri ha presentato la novità diventando le organizzazioni sindacali soggetti fondamentali in questa nuova procedura. Il lavoratore dipendente del settore privato che volesse dimettersi e interrompere quindi volontariamente il proprio rapporto di lavoro dovrà farlo per via telematica compilando un modulo che sarà poi trasmesso al Ministero del Lavoro. Per la presentazione delle dimissioni occorre però avere il proprio Pin Inps e l'accesso al sito Cliclavoro oltre all'email certificata.
Oggi non tutti hanno la destrezza necessaria per utilizzare internet ed ecco allora che a correre in aiuto ci saranno dei soggetti abilitati che sono i patronati e le organizzazioni sindacali, l'ente bilaterale oppure la commissione di certificazione. La Cgil del Trentino ha deciso di assistere i lavoratori con un nuovo sportello per le dimissioni volontarie che sarà gestito dall'Ufficio vertenza del sindacato. Per accedere però a questo servizio, l'iscritto Cgil lo potrà fare gratuitamente mentre chi non è iscritto, ma necessita di aiuto e si rivolge al sindacato, dovrà tesserarsi come disoccupato pagando una quota di circa 20 - 25 euro.
«Il sindacato - ha spiegato Trombetta - non si limiterà a trasmettere in via telematica il modulo per la richiesta di licenziamento ma fornirà una consulenza completa del lavoratore. Saranno fatti i dovuti controlli se la richiesta del lavoratore è volontaria e sarà analizzato il proprio percorso lavorativo per verificare che gli siano stati pagati i contributi giusti». La nuova procedura non si applicherà al lavoro domestico, né alle dimissioni presentate durante il periodo di tutela della lavoratrice madre e/o del lavoratore padre, né alle risoluzioni consensuali sottoscritte in sede di conciliazione o avanti alle commissioni di certificazione (casi particolari di sottoscrizione della risoluzione consensuale).
Non riguarderà il comparto pubblico. Questa decisione deriva da un dato puramente statistico assunto dal Governo che ritiene il fenomeno delle dimissioni in bianco in pratica inesistente nella Pubblica amministrazione. Un dato che però purtroppo è suscettibile di variazione nel tempo.
A partire dal momento della trasmissione telematica del modulo, il lavoratore avrà sette giorni di tempo a disposizione per annullare l'operazione e, così, revocare la decisione di dimettersi.