Ricorso, la Provincia rinuncia a inglese e tedesco negli asili
Doveva partire ieri in 111 tra asili nido e scuole dell'infanzia trentini il progetto trilinguismo. E invece non partirà; almeno non ora e non a breve.
Lo stop lo ha deciso la Provincia dopo aver ricevuto la notifica di un ricorso al Consiglio di Stato da parte di una delle società che aveva partecipato alla gara d'appalto per l'erogazione del servizio di «Accostamento alla lingua tedesca e inglese nei nidi a gestione pubblica e nelle scuole d'infanzia».
La Atos Servizi srl di Rovereto ha chiesto di sospendere gli esiti della gara e annullare l'eventuale contratto sottoscritto con le imprese vincitrici. Un atto non dovuto ma su consiglio dell'avvocatura il presidente Ugo Rossi ha evidentemente preferito non rischiare e attendere l'esito del ricorso.
Il risultato è che i bambini non avranno per il momento il servizio e una settantina di educatori ingaggiati per partire con l'attività di accostamento a inglese e tedesco non potranno lavorare.
La vicenda parte nel maggio scorso con la pubblicazione del bando di gara diviso in tre lotti, corrispondenti ad altrettante zone del Trentino, per l'affidamento del servizio. La Provincia in sostanza ha voluto selezionare, in base all'offerta economicamente più vantaggiosa, soggetti che fossero in grado di selezionare e fornire il personale competente.
L'appalto prevedeva l'assegnazione del servizio per quattro anni con una spesa complessiva di circa 4,8 milioni di euro. In tutti e tre i lotti la gara è stata vinta da un'associazione temporanea tra Cieffe srl, società di consulenza e formazione, e Isit (Istituto accademico per Interpreti e Traduttori); al secondo posto si è classificata la cooperativa AZB Cooperform e al terzo la Atos Servizi srl. Quest'ultima però ha contestato la gara presentando ricorso al Tar.
Già il primo ricorso aveva un po' allungato i tempi rispetto alla previsione iniziale di partire con il servizio di accostamento alle lingue già nel mese di ottobre. La Provincia aveva preferito aspettare la decisione dei giudici. Con sentenza del 27 ottobre scorso il Tribunale amministrativo regionale aveva comunque rigettato le istanze di Atos. La società roveretana aveva avanzato alcune contestazioni formali alle concorrenti, come non aver specificato nella loro offerta le spese per la sicurezza sul posto di lavoro e l'aver riportato su lotti diversi uno stesso nominativo violando una norma esplicita.
Considerazioni rigettate dal collegio presieduto da Roberta Vigotti, che ha riconosciuto il doppio nominativo come un mero errore materiale e per il resto ha valutato regolari le offerte, non entrando nel merito delle ulteriori contestazioni avanzate nei confronti della seconda classificata non essendo più rilevanti.
A quel punto, siamo all'inizio di novembre, la Provincia ha contattato Cieffe e Isit per annunciare l'avvio delle procedure. «Abbiamo riavviato il motore - racconta Davide Defant, direttore di Isit - coinvolgendo una settantina di persone sottoposte a colloqui di idoneità e creando gruppi di lavoro per partire con l'offerta normativa. Eravamo pronti a partire quando venerdì scorso dalla Provincia ci è arrivata informalmente la notizia dello stop e l'invito a congelare tutte le attività».
Le società hanno nei giorni scorsi scritto ad asili e scuole materne rammaricandosi per quanto successo e facendo presente che non è dato sapere se e quando il progetto potrà riprendere. Visti i tempi del Consiglio di Stato è facile prevedere che sarà difficile attivarlo durante l'anno scolastico in corso.
Una difficoltà che si aggiunge alle resistenze incontrate ad accettare i percorsi di insegnamento delle lingue in età prescolare. L'anno scorso un assaggio di trilinguismo si era avuto da febbraio a giugno con l'attivazione di alcuni corsi finanziati con fondi europei. Ma una parte degli insegnanti delle scuole dell'infanzia aveva sottoscritto un documento sottolineando le criticità del trilinguismo applicato alla fascia di età fino ai sei anni.