Materne e nidi, sindacati e Federazione contro la proposta provinciale di riaprire già l'8 giugno
È rivolta contro la proposta della giunta provinciale di anticipare all'8 giugno la riapertura di nidi e materne. A bocciare la decisione dell'anticipo, non certo l'idea di riaprire, sono Coesi, Federazione delle scuole materne, sindacato e alcuni sindaci, tra cui quello di Trento. Le obiezioni riguardano il fatto che da qui all'8 giugno sarà difficile, se non impossibile, avere le scuole pronte alle nuove regole.
«Manca ancora il protocollo ufficiale con le misure di sicurezza anti Covid - spiega Stefania Galli, segretaria provinciale della Cisl scuola - C'è poi da definire la modifica del contratto per il personale delle materne, che di norma chiude a fine giugno, per non parlare del fatto che le insegnanti e il personale sono famiglie e hanno necessità di poter conciliare vita e lavoro». Ieri si è tenuta anche una assemblea tra il sindacato e circa 252 addette della scuola dell'infanzia, con il risultato che è «stato dato mandato al sindacato di fare di tutto per poter avere una risposta seria alle esigenze del personale e delle famiglie» conclude Galli, che ricorda come oggi ci sarà un altro incontro con l'assessorato alla scuola che «ancora martedì alle 12 ci parlava di aprire il 15 giugno fino al 15 luglio, mentre ora Fugatti ha detto di voler anticipare all'8 giugno».
«Il presidente Fugatti e l'assessore Bisesti sono pronti a riaprire tra poco più di dieci giorni gli asili nido e le scuole dell'infanzia, ma intanto non hanno preso minimamente in considerazione la situazione di grande difficoltà in cui si trovano gli alunni con i bisogni educativi speciali e le loro famiglie. A loro nessuno pensa» dicono Cgil e Cisl del Trentino prendendo atto che ad una settimana da una richiesta di incontro unitaria per approfondire la questione di fatto non ci sia ancora nessun riscontro.
Diversi i toni di Coesi e Federazione delle materne che sottolineano i nodi che restano sul tavolo. La premessa di entrambe è che da parte loro c'è un parere positivo alla riapertura delle scuole, ma solo se c'è la possibilità di dare sicurezza a chi vi lavora e definire i criteri per poter chiarire le modalità di accesso dei bambini. Con le nuove regole, infatti, (6-10 bambini per insegnante alle materne) e senza nuovi spazi aggiuntivi, si potrà dare risposta a un numero inferiore di bambini.
«La nostra posizione non è contro l'apertura - spiega Alessandro Laghi di Coesi - ma per una apertura con tutti i criteri di sicurezza. E l'8 giugno è troppo ravvicinato per poterli avere, basti pensare al fatto che sarà impossibile avere il tempo di fare le modifiche strutturali che servono. Prima si era sempre parlato di apertura il 15 giugno e in maniera graduale di alcune scuole, ora con l'anticipo ci sono nodi come l'acquisto dei dpi, che le scuole non hanno ancora comprato, la definizione del contratto di chi scade il 30 giugno, il fatto che le nostre insegnanti sono genitori e usufruiscono dei congedi parentali e quindi alcune mancheranno. Non ci sono poi i criteri su chi può entrare e chi no, visto che ad oggi potremo dare un servizio al 50% degli utenti al massimo. Come Coesi abbiamo scritto all'assessorato e al Dipartimento per chiedere un chiarimento sulla situazione».
Anche la Federazione delle materne è sorpresa: «L'annuncio è stato improvviso e ancora non ci sono i protocolli e questo ci preoccupa un po': alcuni dei nostri presidenti sono preoccupati - afferma il presidente Giuliano Baldessari - ci può essere qualche presidente che non se la sentirà di aprire e che lasci perché ha delle responsabilità enormi su di sè. La nostra richiesta è di aspettare il 15 e aprire in modo graduale le scuole».
Sui nidi, spiega il Comune di Trento, aprire l'8 così è impossibile, meglio spostare la cosa in avanti.
«È una scelta che va accompagnata dal coinvolgimento di genitori, operatori e personale», spiega l’assessore comunale competente Chiara Maule.
Ma dalle famiglie arrivanao appelli per la riapertura, perché i genitori devono tornare al lavoro.