Gestione degli orsi: il Tar boccia la Provincia sugli abbattimenti, accolto il ricorso del Wwf
Il consiglio giudicante trentino annulla le parti delle nuove linee guida che prevedevano il ricorso ad automatismi negli interventi per la rimozione diretta degli animali in caso di aggressioni a persone
IL NODO Le nuove linee guida con il via libera agli abbattimenti nei casi problematici
TESTIMONE "Ecco come ho imparato a convivere con il passaggio dell'orso qui in agritur"
TRENTO. No all'abbattimento "automatico" da parte della Provincia degli orsi protagonisti di episodi di aggressione: anche in questi casi va seguito l'iter previsto dal piano d'azione Pacobace, con le relative verifiche e gradualità d'intervento prima di arrivare all'eventuale extrema ratio dell'uccisione.
È questo il dato principale della sentenza pubblicata oggi, 29 settembre, dal Tribunale regionale di giustizia amministrativa di Trento, che ha accolto le richieste del World Wide Fund per quanto riguarda l’annullamento di due paragrafi della delibera della giunta provinciale n. 1091 del 25 giugno 2021, cioè i punti 5.3.1 e 6 delle Linee guida sulal gestione degli orsi, che prevedono un iter diretto di abbattimento ("con la massima urgenza") degli esemplari autori di anche di un solo episodio ritenuto a rischio.
Nei casi di pericolo improvviso rappresentato dal comportamento di un animale, rimane per l'ente pubblico resta la possibilità di agire direttamente sulla base di ordinanze contingibili e urgenti, senza la necessità di consultare preventivamente l’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale (Ispra).
Con la decisione del Tar si torna dunque alla gradualità degli interventi ordinari, senza automatismi immediati per disporre abbattimenti d'urgenza.
"In definitiva - si legge nella sentenza firmata dal presidente del Tar, Fulvio Rocco - i criteri generali indicati nel paragrafo 5.3.1 sono illegittimi perché la giunta provinciale ha erroneamente ritenuto, in presenza di una o più aggressioni con contatto fisico, che determinano ferimento/uccisione di persone (ossia nei casi indicati al n. 15 e al n. 18 della tabella 3.1 del Pacobace), 'in nessun caso di subordinare la rimozione ad un eventuale secondo attacco da parte del medesimo esemplare o a ulteriori verifiche diverse da quelle necessarie per l’identificazione dello stesso' ed ha contestualmente affermato che in questi casi l’ordinanza contingibile e urgente si configura sempre come 'lo strumento consono a disporre l’abbattimento dell’esemplare protagonista dell’aggressione con contatto fisico'.
Parimenti illegittimo - prosegue la sentenza - è il paragrafo 6 delle Linee guida, con particolare riferimento tabella n. 3 ivi riportata, nella parte in cui viene schematicamente ribadito quanto già disposto nel precedente paragrafo 5.3.1".
La premessa a questa conclusione, si legge sempre nella sentenza (un documento lungo e articolato che analizza anche casi specifici, come quello dell'orsa JJ4.
Illustrando il ricorso alla stampa, un mese fa, il Wwf sottolineava che secondo le linee guida, "nel mirino dei fucili del Corpo forestale provinciale, potranno finire tutti quegli orsi che, anche solo avvicinatisi agli ambiti urbani, non avranno dimostrato un cambiamento delle loro abitudini dopo due interventi di dissuasione, a prescindere dalla corretta conduzione di tali interventi".
Sempre a causa delle linee guida, ora bocciate dal Tar, erano a rischio di abbattimento - spiegava il Wwf - "anche M63 e F42, due orsi che sono stati notati mentre cercavano cibo nei cassonetti non protetti delle periferie dei paesi".
Le associazioni animaliste hanno ripetutamente invitato la giunta Fugatti a mettere in campo, piuttosto, azioni più efficaci di prevenzione, per esempio predisponendo la diffusione sistematica di cassonetti che non consentano agli orsi di trovare cibo per strada (il che li terrebbe più lontani dagli abitati).
Si chiede anche che ci si sforzi maggiormente per educare residenti e turisti sul corretto comportamento da mantenere nelle zone frequentate anche dagli orsi. Z. S.