L’appello del dottor Paoli: “Vaccino contro l’influenza, non facciamo gli errori di un anno fa”
La Cisl medici: “Se in Italia vaccinassimo tutti i cittadini tra i 50 e i 64 anni l'investimento sarebbe di 76 milioni di euro, ma con un risparmio per la sanità pubblica di 746 milioni di euro”
TRENTO. Non ripetere gli errori dell'anno scorso. La campagna per la vaccinazione antinfluenzale in Trentino quest'anno partirà un mese più tardi rispetto al 2020 - l'Azienda sanitaria non ha ancora deciso una data, ma si parla di fine ottobre o inizio novembre -, così la Cisl medici, per voce del segretario Nicola Paoli, chiede attenzione.
«Il giudizio sulla campagna dell'anno scorso è positivo, ma le criticità non sono mancate. Ci auguriamo quindi che quest'anno non si ripetano». L'antinfluenzale, soprattutto nella fascia più anziana della popolazione, è decisamente importante. Basti un dato, riportato da Paoli citando una recente ricerca: se in Italia vaccinassimo tutti i cittadini tra i 50 e i 64 anni l'investimento sarebbe di 76 milioni di euro, ma con un risparmio per la sanità pubblica di 746 milioni di euro.
«Nel 2020 nell'Alto Garda e Ledro i medici di base si sono trovati da subito senza dosi vaccinali da ritirare al Distretto di appartenenza. Negli altri ambiti territoriali, in cui i medici sono stati riforniti inizialmente con il solo 50% delle dosi. Chiediamo di prestare grande attenzione a quello che c'è da fare perchè non si ripetano gli errori passati. Ci troviamo ad affrontare un impegno decisamente intenso.
In alcune regioni italiane la campagna è già partita, ma non in Trentino. Il direttore generale dell'Apss Antonio Ferro ha detto che attende 200 mila dosi di vaccini antinfluenzali per fine ottobre. In queste settimane si analizzino per tempo i modelli organizzativi. Solo dall'analisi delle criticità riscontrate sugli elementi che hanno reso il sistema inefficiente, impedendo il raggiungimento degli obiettivi del progetto vaccinale previsto dal nostro accordo collettivo della medicina generale. Resta, come sottolineano i nostri medici, la difficoltà dei professionisti di approvvigionarsi di un quantitativo sufficiente di dosi ed in modo tempestivo».
Il dottor Paoli chiude con un auspicio, che suona come un appello: «Il tema dei vaccini è cruciale, così come la sinergia tra cittadini e medici di famiglia, e tra medici di medicina generale e Apss. Auspichiamo, con attività sindacali ed azioni politiche, di portare avanti queste istanze insieme, trasformandole in proposte concrete che possano avere una ricaduta positiva sui cittadini e sull'intero sistema sanitario provinciale».