Circonvallazione Tav e terreni inquinati della Sloi: la Procura apre un'inchiesta – VIDEO
I giudici si muovono sulla base dell’esposto presentato da associazioni e cittadini di Trento: il cantiere interesserebbe le aree inquinate, ma resta il nodo della bonifica (chi la fa, e soprattutto come)
VIDEOINCHIESTA/ 1 Che cos'era la Sloi e che cosa produceva
VELENI Anche la Commissione del PNRR chiede approfondimenti
IL NODO Sloi e Carbochimica, quei terreni inquinati da 90 anni
TRENTO. La Procura della Repubblica di Trento ha aperto un fascicolo «a modello 45», nel registro degli atti «non costituenti notizie di reato», sul bypass ferroviario Tav della città di Trento, l'opera da 900 milioni di euro finanziata dal Pnrr.
Il fascicolo, affidato alla pubblico ministero Alessandra Liverani, segue l'esposto presentato lo scorso gennaio dagli avvocati Vanni Ceola e Marco Cianci, per conto di un gruppo di associazioni e cittadini trentini, in cui si chiede il sequestro preventivo delle aree inquinate per evitare rischi ambientali in caso di scavi.
La tesi degli avvocati è che Rete ferroviaria italiana avvierà i lavori per la circonvallazione ferroviaria del capoluogo contestualmente alla bonifica delle rogge che attraversano le aree inquinate ex Sloi ed ex Carbochimica, a Trento nord, interferendo con il ripristino ambientale e rischiando di allargare la superficie inquinata.
Alcuni approfondimenti sulla valutazione di impatto ambientale presentata da Rfi in riferimento alle aree inquinate sono stati chiesti anche dal Comune di Trento e dall'Agenzia per la protezione dell'ambiente della Provincia di Trento (Appa). Due giorni fa la stessa richiesta è stata presentata dal Comitato del PNRR nazionale, che chiede lumi.