Dirigenti provinciali, gli 84 manager di piazza Dante sono costati alle casse pubbliche nel 2021 poco più di 8,6 milioni di euro
Tra i tredici top manager a svettare sono il direttore generale Paolo Nicoletti con 167.836 euro (reddito 2020 in quanto ancora non compare quello del 2021), il numero uno della Protezione civile Raffaele De Col (167.726 euro nel 2021) e il capo della sanità Giancarlo Ruscitti (164.680)
TRENTO. Gli 84 dirigenti della Provincia, 13 generali e 71 non, sono costati alle casse pubbliche nel 2021 poco più di 8,6 milioni di euro. Rispetto al totale dei dirigenti, solamente 26 sono donne: ma al netto delle quote numeriche a colpire sono gli incassi. Calcolando la media delle retribuzioni, infatti, le donne guadagnano decisamente meno. Le tre (su 13) al top portano a casa in media 114 mila euro lordi, mentre i loro dieci colleghi maschi arrivano a una media di 143 mila, sempre lordi.
Stesso discorso tra i dirigenti non generali: su 71 le donne sono 23 e guadagnano in media 86 mila euro, contro una media di 102 mila dei loro 48 colleghi in giacca e cravatta. Passando alle classifiche, tra i tredici top manager (non ci sono più Stefano De Vigili e Silvio Fedrigotti, ora in meritata pensione) a svettare dovrebbe essere il direttore generale della Provincia Paolo Nicoletti.
Usiamo il condizionale perché nella sezione trasparenza del sito della Provincia il suo reddito lordo 2021 ancora non compare, quindi ci basiamo sui 167.836 euro del 2020. Ma verificando il recente passato (169 mila due anni fa e 168 mila tre anni fa) la cifra dell'anno scorso dovrebbe essere costante.
Sul podio troviamo anche il numero uno della Protezione Civile Raffaele De Col (167.726 euro nel 2021) e il capo della sanità Giancarlo Ruscitti (164.680). Entrambi sono in decisa crescita rispetto agli anni scorsi: nel 2019, infatti, De Col dichiarò 147 mila euro e Ruscitti 128 mila. Scorrendo la classifica troviamo Roberto Ceccato (Istruzione) e Romano Masè (Agricoltura), mentre tra i 135 e i 137 mila troviamo un gruppone formato da Luca Comper, Sergio Bettotti, Roberto Andreatta, Luisa Tretter (la prima donna) e Luciano Martorano. Passando al "secondo gruppo", ovvero i dirigenti non generali, in vetta c'è Lorenzo Bertoli, dipendente provinciale "presso altro ente", ovvero Cassa del Trentino.
Dietro di lui ecco Giancarlo Anderle - che si piazzerebbe al quarto posto nella graduatoria con i top manager - con 156 mila euro, mentre gli altri sono leggermente più staccati, con un gruppetto tra i 135 mila e i 132 mila composto da Leonardo Caronna, Luciano Malfer, Laura Boschini e Daniele Bernardi. Più staccato uno dei volti più noti della Provincia, il capo ufficio stampa Giampaolo Pedrotti, fermo a quota 119 mila (erano 167 mila nel 2018, diventati poi 147 mila e 130 mila nei due anni successivi).
Poco distante troviamo Franco Marzatico e ancora più dietro Giovanni Giovannini del Servizio foreste e Enrico Menapace dell'Appa. In fondo alla classifica solo donne, con stipendi sotto i 60 mila euro.
Gli stipendi sono in generale piuttosto stabili, con leggeri ritocchi verso l'alto. L'inflazione, insomma, in piazza Dante non fa troppa paura.