La Provincia di Trento è stata condannata per il trasferimento della direttrice del servizio bibliotecario
Il Giudice del lavoro, con sentenza del 20 dicembre 2022, ha decretato che la Pat dovrà reintegrare la dirigente al suo incarico e pagare le spese (6.000 euro più accessori). Il consigliere Zeni (Pd): «Questa Giunta sarà ricordata per le numerose condanne subite in materia di lavoro, in cause promosse da dirigenti e direttori per irregolarità (o peggio) di vario tipo»
IL GIUDICE L'ordinanza: «Il dirigente Maccani torni al suo posto alla polizia amministrativa»
IL NODO Marzio Maccani reintegrato dal giudice del lavoro
IL FATTO Rimosso per i dubbi sulla sicurezza dell’area
IL CASO Corte dei conti, a giudizio il dirigente generale dell'Avvocatura della Provincia
TRENTO. La sentenza del giudice del lavoro del 20 dicembre 2022 condanna la Provincia Autonoma di Trento a riassegnare alla direttrice dell’Ufficio sistema bibliotecario trentino il suo incarico e alle spese (6.000 euro più accessori). A pochi giorni dalla sentenza che ha stabilito il reintegro del dirigente Marzio Maccani del Servizio polizia amministrativa della Provincia, nuovo colpo di scena per l’amministrazione trentina.
«Questa legislatura, tra le altre cose, sarà ricordata per le numerose condanne subite dalla Giunta provinciale in materia di lavoro, in cause promosse da dirigenti e direttori per irregolarità (o peggio) di vario tipo» ha sostenuto il consigliere provinciale Luca Zeni (Pd) in un comunicato, ricostruendo il caso finito tra le mani del Giudice del lavoro.
Il 12 agosto 2019 la giunta provinciale, come illustrato dal consigliere Zeni, rinnovava alla direttrice l’incarico in via provvisoria; il 19 febbraio 2021 lo rinnovava per 5 anni a decorrere retroattivamente dal 19 febbraio 2021. «Tutto chiaro, tutto bene. Però meno di 3 mesi dopo, il 3 maggio 2021, la giunta cambiava idea, e spostava la direttrice, infirmandola il giorno prima, all’Ufficio di supporto per gli adempimenti in materia di anticorruzione e controlli interni del Servizio elettorale, anticorruzione e controlli» ha evidenziato Zeni.
«La motivazione è pressoché assente: mancava il direttore al Servizio elettorale, e serviva qualcuno che fosse subito in grado di dare un supporto, in vista delle scadenze elettorali. Peccato che, chiarisce il giudice, si è scelta una persona totalmente priva di ogni competenza specifica, e che ha invece passato i primi mesi dell’incarico a formarsi, senza poter fornire un supporto. In compenso si è creata una situazione di carenza nell’Ufficio sistema bibliotecario trentino, e proprio a causa della carenza creata con lo spostamento della direttrice, la giunta ha potuto nominare, il 9 luglio 2021, un funzionario livello D come sostituto direttore. Il giudice del lavoro è molto chiaro nel rilevare la mancanza di motivazione di carattere funzionale e organizzativo della decisione della giunta, oltre che l’omessa considerazione delle specifiche professionalità possedute» ha concluso.
Il consigliere provinciale del Pd ha presentato un’interrogazione chiedendo spiegazioni al presidente della Giunta, nello specifico per chiarire «se sia consapevole che il rapporto tra politica e amministrazione, all’interno le istituzioni pubbliche nel nostro ordinamento, si basano su principi di diritto che non possono essere piegati alla mera discrezionalità della componente politica; se non ritenga che le continue forzature, al fine di poter scegliere in base a mera discrezionalità politica l’assegnazione di ruoli e incarichi di tipo dirigenziale, creino un danno al sistema e debbano cessare».