Trasporto sanitario programmato, la Provincia blocca la gara d'appalto, il volontariato in apprensione
A metà mese il «no» della Croce Rossa», poi il crescente disagio delle associazioni che operano sul territorio. E in fondo a tutto lo spauracchio dei privati con una gara d’appalto europea
TRENTO. La prima vera grana dell’assessore alla sanità Mario Tonina: niente di fatto, e magari qualcosa che non torna, nella gara di affidamento del «trasporto sanitario programmato» della Provincia. Tonina ha dovuto sospendere la gara d’appalto, anche per il timore che il servizio vada a gara di appalto europeo, con l’arrivo di privati. Buttando a mare il prezioso e qualificato sistema del volontariato trentino.
In un comunicato, la Provincia spiega: «La Giunta provinciale ha dato mandato all’Azienda provinciale per i servizi sanitari di sospendere le procedure di gara relative al trasporto sanitario programmato. Per assicurare la continuità del servizio, sono state confermate le modalità previste dalle convenzioni approvate con la deliberazione n. 1699/2016, secondo il sistema tariffario attualmente in vigore. È quanto ha disposto l’esecutivo approvando oggi la delibera proposta dall’assessore provinciale alla salute».
«Una decisione - così l’assessore Tonina illustrando le ragioni del provvedimento - volta a consentire maggiori approfondimenti sull’assetto del trasporto sanitario programmato in provincia di Trento, un servizio importante per i pazienti e le famiglie, reso possibile grazie all’attività quotidiana di numerose realtà su tutto il nostro territorio».
I contenuti del provvedimento sono stati illustrati nel pomeriggio dall’assessore Tonina ad una rappresentanza dei soggetti che svolgono il servizio sul territorio.
All’incontro, che si è svolto nel palazzo della Provincia alla presenza del direttore generale Paolo Nicoletti, hanno partecipato Ettore Piffer (Orsa Maggiore – Anpas), Maurizio Casti (Associazione Misericordia di Trento), Paolo Soave e Alessandro Brunialti (Croce Rossa), Michael Zundel (Croce Bianca Trento), Tullia Santini (Croce Bianca Alto Garda) e Cristian de Zordo (Federazione Volontariato Socio Sanitario Trentino). Proprio alcuni di quegli enti di volontariato che poche settimane fa avevano detto un sonoro «no» ad accollarsi nuovamente il servizio.
“Desidero - ha sottolineato l’assessore Tonina – approfondire il tema per capire, anche grazie al vostro contributo, quali sono i problemi sul tavolo e se sono percorribili strade alternative a quella rappresentata dalla gara”.
Oggetto del confronto sono stati il funzionamento del trasporto sanitario in Trentino, il ruolo delle realtà che assicurano il servizio basandosi sul volontariato, i rischi possibili per un settore delicato e importante per la comunità qualora si procedesse con una gara per l’affidamento del servizio. Dalle realtà intervenute all’incontro, oltre all’apprezzamento per la possibilità di confrontarsi con l’assessore sul punto, è giunto l’appello a non penalizzare un patrimonio della collettività come il volontariato e a individuare percorsi di coprogettazione piuttosto che fare scelte che mettano in competizione i diversi soggetti che assicurano il servizio di trasporto sanitario.
«Col provvedimento approvato oggi – ha spiegato Tonina - Apss può proseguire nel servizio con le modalità adottate fino ad ora. Mi auguro che con voi inizi un rapporto di collaborazione, che valorizzi il vostro contributo nella ricerca di una possibile soluzione. Mi impegno a proseguire nell’approfondimento del tema, assieme alle strutture amministrative, per verificare se ci sono le condizioni per impostare anche in Trentino scelte diverse. Per un servizio che, va ricordato, è apprezzato e viene assicurato da persone qualificate e motivate».
Il «no» della Croce Rossa pochi giorni fa.
Era il 19 dicembre e la Croce rossa italiana, in particolare il Comitato di Trento, ha inviato all'Azienda sanitaria una comunicazione nella quale annuncia che dal 1° gennaio 2024 non si occuperà più dei trasporti programmati.
Il Comitato, insomma, dice basta. Già da qualche giorno i mezzi aggiuntivi sono stati tolti e, appunto, tra pochi giorni il servizio verrà interrotto. Un servizio che magari non tutti conoscono e che tanti danno per scontato, ma che è assolutamente fondamentale per il funzionamento della "macchina sanitaria" trentina e che richiede un grande lavoro organizzativo e logistico, che coinvolge le associazioni (300 dipendenti, 4.000 volontari, 5 milioni di chilometri percorsi ogni anno), gli ospedali, le Rsa, la centrale unica di emergenza, i medici di medicina generale e molti altri attori "sanitari".
In sostanza i trasporti si dividono in due parti: l'emergenza-urgenza, ovvero le ambulanze che arrivano sul posto dopo - ad esempio - un incidente stradale. E poi la vasta fetta del programmato, ovvero persone che vengono dimesse dall'ospedale e devono essere riaccompagnate a casa, anziani che devono andare a fare delle cure o delle visite, insomma cittadini che non possono fare spostamenti utilizzando i propri mezzi, per motivi legati alle loro condizioni di salute e spesso all'età.
A metà mese la situazione di grande difficoltà era emersa grazie alle denunce della consigliera Paola Demagri, poi la comunicazione ufficiale del Comitato di Trento della Cri, che è solo una delle associazioni che si occupano del programmato, ma è oggettivamente una delle più grandi.
Per rendere l'idea stiamo parlando di dieci mezzi dedicati al programmato e di un centinaio di dipendenti, che coprono il servizio non solo nell'area di Trento, ma in ben 17 paesi da Canal San Bovo alle Giudicarie, dalla Val di sole a Ledro, passando per Rovereto e Borgo.
L'attività 2022 del Comitato è stata di 1,2 milioni di chilometri percorsi, di cui oltre 700 mila per i trasporti programmati. Dipendenti e volontari hanno svolto quasi 37 mila interventi, di cui oltre 19 mila per il programmato. E i dati 2023 sono in crescita.
Insomma, una mole di lavoro enorme e decisamente indispensabile. La decisione di dire basta, tuttavia, non è un fulmine a ciel sereno, ma è il risultato di una decisione ponderata, annunciata a chi di competenza già da tempo, sulla base di una serie di fatti che si protraggono da mesi e mesi, se non da anni.
Gli enormi problemi che vivono le associazioni, con i volontari e i dipendenti, si sono quindi tradotti in questa clamorosa presa di posizione.
Ora l'Azienda sanitaria dovrà rimboccarsi le maniche per trovare al più presto una soluzione, provando a riaprire il dialogo e dando garanzie per il futuro. Quello che è certo è che all'orizzonte resta lo spauracchio del bando europeo: la convenzione con le associazioni di volontariato trentine è scaduta da tempo e l'ipotesi che prende sempre più piede è quella di risolvere la gestione del servizio grazie a un bando europeo. Ma sarebbe la fine del volontariato. E Tonina ha preferito bloccare tutto.