Le associazioni animaliste di nuovo in piazza a Trento: protesta contro la «strage di orsi»
Di fronte alla Provincia il ritrovo per il corteo organizzato dalla rete StopCasteller, che comprende le maggiori realtà dell'attivismo: criticate le azioni della giunta Fugatti, a cominciare dal recente abbattimento dell'orso M90. Anche a Sanremo, davanti al teatro Ariston, striscioni contro le politiche del Trentino
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TRENTO. Città blindata oggi per la manifestazione delle associazioni animaliste. Sempre più alta la tensione dopo l'abbattimento dell'orso M90 avvenuto pochi giorni fa. E ieri sera la protesta è arrivata anche a Sanremo dove, davanti all'Ariston, è stato dispiegato uno striscione (nella foto qui sotto) che se la prende con il Trentino dove «uccidono orsi e lupi con l'approvazione del Governo».
Un tentativo di amplificare il riverbero nazionale sulla critica alla gestione degli orsi in Trentino. Giusto ieri, in proposito, l'assessore provinciale Roberto Failoni, nel ribadire la linea politica della giunta, facendo eco al presidente Maurizio Fugatti, ha detto di non temere i riflessi negativi degli annunciati "boicottaggi turistici" del Trentino.
Il corteo nazionale StopCasteller è attesa per oggi alle 14 circa, una grande manifestazione che partirà da piazza Dante, davanti al palazzo della Provincia, verso piazza Venezia, commissariato del Governo e piazza Duomo, con interventi degli organizzatori lungo le tappe del percorso.
Dato il maltempo, gli attivisti, nell'attesa del via al corteo, si sono dispiegati sotto il portico dell'adiacente palazzo della Regione e hanno srotolato striscioni critici sia nei riguardi della Provincia sia verso l'Ispra.
Il fronte degli animalisti è più combattivo che mai: al corteo aderiscono infatti le principali associazioni - Lav, Lac, Lndc Animal Protection, Leal, Enpa, AnimaLiberAction, Ribellione Animale, Bearsandothers - nonché nomi del giornalismo e dello spettacolo come Andrea Scanzi, Caterina Murino, Elisa Di Eusanio e Giulia Ottonello.
«La strage di orsi in Trentino è iniziata. Due nuovi animali sono già nel mirino della Provincia», denunciano gli animalisti.
«L'uccisione di Sonny M90 - riprendono - è stata solo un'anteprima della strage che si prepara per gli orsi in Trentino. Nel mirino della Provincia infatti sono già finiti due nuovi orsi: un orso che a Bolentina ha rovistato in un cassonetto di notte (un cassonetto non a norma nonostante siano trascorsi 20 anni dall'inizio del progetto Life Ursus); e un'orso, l'unica salvezza per questi orsi sono le mobilitazioni di protesta di tanti cittadini indignatia, avvista da un cacciatore su una pista ciclabile, in compagnia del suo cucciolo. L'idea cardine di Fugatti e dei suoi elettori è "prima spariamo e poi mettiamo i cassonetti". Questo è un crimine nei confronti di una specie protetta al massimo livello dalla Direttiva Habitat e di questo speriamo che Fugatti dovrà presto rendere conto: lui e i suoi complici, fra cui Piero Genovesi, direttore di Ispra, che avrebbe dovuto sanzionare la Provincia di Trento per il suo operato e invece continua a collaborare all'uccisione degli orsi».
Gli animalisti se la prendono anche con il gruppo FaceBook "Orgogliosamente Trentini": «Questi, inebriati dal sangue di M90, raccolgono, senza alcuna autorità, segnalazioni anonime di avvistamenti ursini, con il fine implicito di creare i presupporti per la loro tempestiva uccisione. Mentre secondo fonti vicine al parco Adamello Brenta gli orsi uccisi nell'ultimo anno sarebbero nell'ordine di almeno 20 o 30 individui. Venti anni di mancata prevenzione e continui allarmismi, funzionali a chi attorno al tema degli orsi ha costruito la propria campagna elettorale, hanno creato un clima di paura e di odio che ci fa precipitare nel Far West ogni giorno che passa. E intanto l'elenco di orsi morti dall'inizio del progetto cresce e cresce».
Riprendono gli animalisti: «Nel frattempo, l'unica salvezza per questi orsi sono le mobilitazioni di protesta di tanti cittadini indignati da quello che sta succedendo, contro una scandalosa gestione politica che manipola la paura delle persone per i suoi fini. In piazza vogliamo mostrare che c'è un altro Trentino, un'altra Italia che non vuole morte e sfruttamento ma creare relazioni positive con la natura e con il resto del vivente: questa è l'eredità che vogliamo lasciare a chi verrà dopo di noi».
Per garantire il «regolare svolgimento delle manifestazioni all'interno di una cornice di sicurezza, consentendo una partecipazione pacifica», l'altroieri si era tenuto un vertice del Comitato provinciale dell'ordine e sicurezza pubblica presieduta dal Commissariato del Governo.
[nella foto in alto e qui sopra, di Daniele Panato, la situazione in piazza Dante a Trento, poco prima del ritrovo per il corteo]