«Disoccupati indolenti? Non è assolutamente vero»
«I disoccupati non vogliono lavorare? È il contrario, loro chiedono di potersi rimettere in gioco, ma le aziende nemmeno li ascoltano». È amareggiato Renato Angheben, 47 anni, di cui 28 trascorsi nel mondo del lavoro. E non è amareggiato solo perché dall'inizio dell'anno non ha più un'occupazione. Lo è perché - spiega - ormai è frustrante tentare di mettersi in gioco. Ecco perché le recenti dichiarazioni di Maurizio Zentile, titolare della «Z&D Style» di Novaledo, lo hanno offeso. L'imprenditore, qualche giorno fa, ha dichiarato di non essere in grado di trovare dipendenti: i cassaintegrati contattati non sarebbero interessati ad un'occupazione con relativo stipendio (nemmeno basso: 1600 euro al mese). Una dichiarazione che, come detto, ha fatto saltare sulla sedia Angheben
ROVERETO - «I disoccupati non vogliono lavorare? È il contrario, loro chiedono di potersi rimettere in gioco, ma le aziende nemmeno li ascoltano». È amareggiato Renato Angheben, 47 anni, di cui 28 trascorsi nel mondo del lavoro. E non è amareggiato solo perché dall'inizio dell'anno non ha più un'occupazione. Lo è perché - spiega - ormai è frustrante tentare di mettersi in gioco. Ecco perché le recenti dichiarazioni di Maurizio Zentile, titolare della «Z&D Style» di Novaledo, lo hanno offeso.
L'imprenditore, qualche giorno fa, ha dichiarato di non essere in grado di trovare dipendenti: i cassaintegrati contattati non sarebbero interessati ad un'occupazione con relativo stipendio (nemmeno basso: 1600 euro al mese). Una dichiarazione che, come detto, ha fatto saltare sulla sedia Angheben.
«Io ho sempre lavorato, mi sono sempre guadagnato da vivere da solo, ho sempre mantenuto la mia famiglia - spiega - Da dicembre sono a casa in mobilità: 580 euro per 8 mesi, poi nulla. Ma non è per questo che voglio lavorare. Voglio trovare un lavoro perché ti dà dignità, ti offre un ruolo, di permette di fare la tua parte. Ritengo impensabile che altri la pensino diversamente: dire il contrario, è offendere i tanti che stanno cercando lavoro».
Insomma, Angheben un altro lavoro lo sta cercando sul serio. E, assicura, non è schizzinoso: qualsiasi occupazione sarebbe bene accetta. Non ha paura di rimettersi in gioco, l'ha fatto altre volte. Come quando ha detto addio ad un posto sicuro (operaio comunale) per tentare la sfida del lavoro in proprio. Ma cercare un lavoro non è cosa così semplice, spiega. E non solo perché c'è la crisi.
«Io ho portato oltre 100 curricula nelle aziende della Vallagarina e di Trento. E avrò spedito 80 mail. Non mi ha risposto nessuno. Solo dalla Marangoni è arrivata una risposta di quelle prestampate e dalla cooperativa Amalia Guardini. Almeno da loro mi sono sentito considerato. Perché quando non ti rispondono nemmeno, hai la sensazione che sia tutto inutile, che stai perdendo tempo. È frustrante. Nemmeno accettano di vederti, di parlarti, di capire chi sei».
E non è l'unica cosa che rischia di buttar giù un lavoratore alla ricerca di un impiego. Spesso si tratta di gente che ha iniziato a lavorare vent'anni fa e più. Ma da allora il mondo è cambiato. «Io ho iniziato giovane, allora era tutto diverso. I lavori si imparavano facendoli, non c'era bisogno di certificazioni. Io ora so fare qualsiasi cosa sia manuale. Ma adesso serve un patentino per ogni cosa: per usare il muletto, per usare la scala, persino per pulirle, le scale, devi avere un attestato circa la competenza sui detersivi. E quindi io mi sto prendendo questi attestati, per migliorare il curriculum. Ma sono tutte cose che ho sempre fatto, senza bisogno di carte che lo attestassero».
Insomma, si tenta di rimettersi in gioco. Tra le difficoltà del momento, e le prospettive di un'economia che stenta a ripartire. E proprio perché gli sforzi spesso non vengono ripagati, da fastidio sentirsi pure dare dello scansafatiche: «Io questo imprenditore non lo conosco, ma davvero, mi sono sentito offeso. Perché da mesi mi muovo, e non ho risultati. E perché so che accetterei qualsiasi lavoro. Tanto più che lui, ho letto, cerca nelle liste dei cassaintegrati, per avere agevolazioni. Ma se guarda anche verso chi è in mobilità, avrà persino più facilitazioni».