Disoccupazione in Trentino, la situazione si aggrava
Se la popolazione attiva tra i 15 e i 74 anni in Trentino è aumentata sensibilmente tra il 2011 e il 2012, passando da 242.000 persone a quasi 246.000, gli occupati sono di fatto diminuiti dello 0,2% mentre sono chiaramente aumentate le persone in cerca di occupazione, che dai 10.800 soggetti del 2011 sono diventate circa 15.100 nel 2012. I dati sono in un report del Servizio statistica della Provincia
TRENTO - Se la popolazione attiva tra i 15 e i 74 anni in Trentino è aumentata sensibilmente tra il 2011 e il 2012, passando da 242.000 persone a quasi 246.000, gli occupati sono di fatto diminuiti dello 0,2% mentre sono chiaramente aumentate le persone in cerca di occupazione, che dai 10.800 soggetti del 2011 sono diventate circa 15.100 nel 2012.
I dati sono in un report del Servizio statistica della Provincia autonoma di Trento, diffuso oggi sul sito Internet istituzionale. Le minori opportunità di ottenere o mantenere un impiego, in particolare per i giovani, si sono riflesse quindi, sempre secondo quanto riporta il report, sul tasso di disoccupazione che dal 4,5% del 2011 ha raggiunto il 6,2% del 2012. La riduzione dell'occupazione registrata nel 2012 ha impattato negativamente sul tasso di occupazione per la popolazione tra i 15-64 anni e oltre, scendendo in un anno al 65,5%, 0,6 punti percentuali in meno del livello rilevato per il 2011. Analizzando la dinamica nel lungo periodo, secondo la pubblicazione, è possibile osservare in particolare che la flessione registrata dal tasso è imputabile esclusivamente alla componente maschile che ha perso in 6 anni oltre 3 punti percentuali.
Le donne, per converso, hanno visto aumentare il proprio tasso di occupazione di quasi 2 punti percentuali, contribuendo così a limitare la perdita complessiva. L'aggiustamento del mercato del lavoro provinciale è avvenuto, come in Italia, oltre che con la contrazione del numero di occupati, anche attraverso l'espansione dei contratti temporanei. Tra i lavoratori dipendenti, nel 2012 il 17,1% ha un contratto a tempo determinato, mentre nel 2011 la quota era pari al 15,9%. Contestualmente, si è incrementato il ricorso a contratti ad orario ridotto, fenomeno che sta assumendo sempre più i connotati di part-time involontario.
Com'è avvenuto a livello nazionale, tra il 2011e il 2012 è aumentata infatti anche la quota di lavoratori a tempo parziale, passando dal 18,2% al 19,3%. Il lavoro atipico rimane più diffuso tra le donne (19,1% contro il 12,3% degli uomini) e tra i più giovani. Coinvolge prevalentemente forme di lavoro alle dipendenze (13,5%) e solo marginalmente altri tipi di contratti (1,8%). Le collaborazioni sono cresciute negli ultimi 6 anni del 25,7%, di cui il 16,9% solo nell'ultimo anno.