Turismo, primavera negativa L'appello di Federalberghi

Il modesto rialzo (+0,8) delle presenze del primo quadrimestre negli alberghi italiani non induce all’ottimismo gli operatori, assai preoccupati dal forte calo dell’1,5% registrato a primavera. A lanciare l’allarme è Bernabò Bocca, durante l’assemblea di Federalberghi in corso a Como: «È un dato che lascia incognite in vista dell’estate».

Dai dati sull’andamento del turismo alberghiero diffusi oggi emerge che il calo di marzo/aprile è stato pari ad un -3,4% per gli italiani e a un +0,4% per gli stranieri.
«Mentre a stento la componente straniera riesce a stare a galla - sottolinea Bocca - spaventa il quasi crollo della clientela italiana, dalla quale ci aspettavamo una ripresa sulla scia sia delle misure economiche adottate dalla Bce sia da quelle varate dal governo con gli 80 euro in busta paga e l’opzione di avere sempre l’anticipo del Tfr».

Anche sul contingente dei lavoratori nel bimestre si registra una flessione dell’1,8% determinato da un -1,6% di occupati a tempo indeterminato e un -2% di quelli a tempo determinato.
«Occorre dunque intervenire con urgenza - dice ancora Bocca - con misure che riguardino l’estensione della deduzione dalla base imponibile Irap introdotta dalla legge di stabilità anche con riferimento ai contratti di lavoro stagionali e la revisione della nuova assicurazione sociale per l’impiego (Naspi) che nella sua attuale formulazione comporta una drastica riduzione della copertura assicurativa per i lavoratori soprattutto quelli che verranno impegnati nell’ormai imminente stagiona estiva».

Secondo il presidente degli albergatori italiani è «ormai insostenibile» anche il peso che ha raggiunto la tassazione sugli immobili. «Stimiamo - dice - che nel 2014 gli alberghi italiani abbiano pagato circa 893 milioni solo di Imu e Tasi.
Inoltre l’handicap nel rilascio dei visti turistici e la limitazione dell’utilizzo del contante contribuiscono a non avvicinare al mercato italiano ulteriori flussi dall’estero».

La crisi in generale ha colpito duro la forza lavoro del turismo: nel 2013 secondo gli ultimi dati Inps disponibili c’è stato -4,1% di lavoratori dipendenti rispetto al 2012 e anche i dati forniti da Federalberghi per il 2014 e per i primi mesi del 2015 non sono positivi. Ma - denuncia Bocca - il numero di occupati «potrebbe facilmente lievitare, a tutto vantaggio dell’economia nazionale, se ci fosse davvero una politica del turismo che dal ’45 ad oggi il nostro Paese non ha mai visto nè realizzata nè perlomeno seriamente impostata».

Nel 2013 i dati Inps (ultimi disponibili),emerge dal Datatur 2015, il comparto ricettivo con una media annua di oltre 222 mila occupati (su un totale di oltre 957 mila unità), ha segnato un calo del 4,3%.

Nel dettaglio della tipologia di lavoro i servizi ricettivi sono stati composti da 170 mila lavoratori full time e quasi 52 mila lavoratori part time.
I lavoratori stranieri impegnati nei servizi ricettivi nel 2013 sono stati quasi 60 mila.
In generale le donne sono state 144 mila rispetto ai quasi 88 mila uomini.
Le regioni col maggior numero di occupati nell’intero settore sono la Lombardia con quasi 175 mila lavoratori seguita dall’Emilia Romagna con oltre 98 mila occupati, dal Lazio con oltre 96 mila e dal Veneto con oltre 95 mila.

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