Il rebus della stagione bianca Valeria Ghezzi: possiamo riaprire e Failoni suggerisce le app
Salvi, per ora, gli impianti funiviari. Il Dpcm del 24 ottobre del premier Giuseppe Conte e del ministro della sanità Roberto Speranza (Leu) permette, almeno fino alla data dell’attuale provvedimento, ovvero il 24 novembre, l’apertura di seggiovie, ovovie e telecabine per la stagione invernale. Alcuni impianti, come quelli del Dolomiti Superski, dovrebbero aprire a fine novembre, altri più avanti ancora. Ma il condizionale è d’obbligo, perché ora si lavora sulle regole che devono passare il vaglio del Comitato tecnico scientifico nazionale.
Ieri il presidente della Provincia Fugatti ne ha parlato in conferenza stampa. La sua nuova ordinanza non parla di impianti di sci e funivie. Ma il presidente ha assicurato che si sta confrontando con le Regioni e province autonome limitrofe per arrivare ad un Protocollo di sicurezza unico «salvo che la curva dei contagi non ci dia indicazioni diverse».
L’ok alla riapertura agli sciatori amatoriali, come spiega il testo del Dpcm, è infatti subordinata alle regole che consentano di «evitare aggregazioni di persone e, in genere, assembramenti».
L’assessore provinciale al turismo, Roberto Failoni (Lega Salvini Trentino), sottolinea come una bozza «sulle linee guida è già stato approntato in accordo con le regioni vicine e ora martedì ci sarà un incontro a Roma in cui si discuteranno all’interno della Conferenza Stato-Regioni».
Rispetto alla capienza e alla modalità di accesso agli impianti funiviari «con le app tipo Gardaland e altri strumenti» verrà «garantita la sicurezza che è la prima preoccupazione».
Valeria Ghezzi, presidente dell’Anef, ritiene che la «capienza all’80% non sarà difficile da mantenere, perché con il fatto che va mantenuto il metro di distanza fino al tornello non credo sarà possibile riempire le cabine. Inoltre il trasporto interno con mascherina e finestrini aperti è poco problematico. Il problema vero sarà gestire le code qui faremo appello alla responsabilità delle persone». Per quanto riguarda le riaperture «viviamo alla giornata e cerchiamo di correggere il tiro mentre cambiamo gli eventi» conclude Ghezzi.
«Tenteremo di aprire tutte le strutture o stimoleremo tutti gli operatori ad aprire nel rispetto delle norme igienico sanitarie - sottolinea Giovanni Battaiola, presidente dell’Asat provinciale - Certo prima va fatta chiarezza sugli impianti di risalita, perché se ci fossero forti limitazioni agli impianti ci sarebbero forti ricadute negative sugli alberghi. Se, ad esempio, potesse andare solo un numero limitato di sciatori sulle piste questo ci metterebbe in difficoltà».
Battaiola chiarisce che «già con le notizie dei giorni scorsi per cui si dice che a Natale ci avrebbero bloccato, molti hanno cominciato a disdire e le prenotazioni si sono bloccate. Ritengo che adesso fino al 24 novembre, data in cui scade il Dpcm, più nessuno prenoterà e senza prenotazioni non puoi aprire».
Inoltre «con tanti Paesi esteri in lockdown o con limitazioni sui viaggi, come Germania, Polonia, Repubblica Ceca e con il possibile stop alla mobilità tra le Regioni, la situazione potrebbe diventare insostenibile e rendere non sensato aprire» dice il presidente dell’Asat.
«Adesso, in questo clima di incertezza, il problema è quante persone assumere, e sapere chi può venire dall’estero o meno tra i lavoratori. Sul fronte sanitario abbiamo chiesto un sistema di screening cadenzato per il personale con controlli ogni due settimane per il personale e per dare più sicurezza ai turisti» continua Battaiola.
Sul fronte del lavoro, quindi, «servono incentivi, sgravi e certezza sulla cassa integrazione se la stagione dovesse essere negativa, al fine di coprire i lavoratori che saranno stati assunti dagli hotel e dalle strutture ricettive con un atto di coraggio e ottimismo rispetto a quanto stiamo vivendo ora».