Troppa burocrazia uccide la movida, gli esercenti: «Così diventa davvero difficile tenere viva la città»
Regole e amministrazione comunale ostacolano l’attività, con i concertini nei bar equiparati a grandi eventi. Massimiliano Peterlana: «Troppi vincoli che impongono l’apertura solo da aprile a novembre»
SPERANZA Centro, aprile di rinascita: “sbocciano” i nuovi locali. Cosa cambierà
INCHIESTA I negozi in Trentino vivono un’agonia senza fine: persi 636 esercizi
LA RABBIA Movida a Trento, i baristi contro l’ultima ordinanza
TRENTO. Le giornate si allungano, le temperature si alzano ed è subito aria di primavera. Per molti ragazzi è già ora di ritrovarsi la sera, fuori e dentro i locali. Aperitivi all'aria aperta, magari ascoltando un po' di musica. Ma per il Comune la possibilità di organizzare piccoli eventi all'esterno dei locali pubblici partirà con il mese di aprile.
Da Massimiliano Peterlana, presidente Fiepet/Confesercenti, arriva però un avvertimento: «La normativa su autorizzazioni e sicurezza equipara piccoli e grandi eventi. Stesse regole per un concertino di un bar e un concerto. Stiamo cercando di tenere vivi i centri storici delle città, ma la legge va modificata». A mettere a rischio la volontà degli esercenti di tenere viva la città, è la burocrazia.
«Partiamo dal controsenso della città di Trento - spiega il presidente Peterlana - Se da un lato è chiaro a tutti che dobbiamo destagionalizzare, dall'altro abbiamo ancora dei vincoli temporali che aprono una finestra solo da aprile a metà novembre. Niente concertini all'aperto in alcuni mesi dell'anno, un'assurdità se pensiamo al nostro territorio turistico». Chi vive la città lo sa bene. Ci sono molti luoghi di ritrovo della città che non conoscono stagioni, dove i ragazzi si ritrovano a febbraio come a maggio. Creare eventi consentirebbe probabilmente di evitare sovraffollamenti in un unico posto.
Ma c'è poi un problema di carattere normativo e burocratico. La questione riguarda la musica e il piccolo intrattenimento all'esterno dei pubblici esercizi regolato da una legge nazionale che estende la vigenza delle disposizioni sino al 31 dicembre 2023 del decreto legge n. 76/2020 art. 38 bis in materia di semplificazioni per la realizzazione di spettacoli dal vivo destinati ad un massimo di 1.000 partecipanti. «La disposizione equipara micro eventi di un pubblico esercizio ai grandi eventi - spiega Peterlana - in questo modo la piccola attività di intrattenimento esterno di un bar deve seguire le stesse trafile burocratiche di autorizzazioni e di sicurezza di un concerto».
«Ma come? - prosegue il presidente di Fiepet Confesercenti del Trentino - Se da un lato si cerca di far vivere i centri storici, di togliere degrado e aumentare la sicurezza anche attraverso la vivibilità delle città, dall'altra le amministrazioni complicano la vita a chi vuole investire anche attraverso la musica e le attività di intrattenimento? I pubblici esercizi insieme al commercio, che vive in simbiosi, sono protagonisti nel ravvivare e rivitalizzare la città e oggi si trovano queste assurde complicazioni».
La legge prevede che per i piccoli intrattenimenti musicali siano disposte autorizzazioni particolari sulla base di certificazioni redatte da professionisti iscritti ad albi specifici. Un iter particolare, complesso e costoso autorizzato dalla polizia amministrativa della Provincia. Confesercenti del Trentino porta quindi avanti la sua richiesta: «Chiediamo che questa legge del 2020, prorogata in via sperimentale fino a dicembre 2023, venga modificata. Sarebbe un peccato gestire una stagione estiva alle porte in queste condizioni. E non si tratta solo di turismo ma di abitare le proprie città».