Gli orsi non vanno più in letargo: avvistamento a Priò, mentre in Val di Sole devastate molte arnie
Nonostante i metri di neve, a quanto pare gli orsi delle valli del Noce non hanno intenzione di andare in letargo. Lo dimostrano due episodi delle ultime ore.
Un avvistamento viene da Priò, in Val di Non, dove un giovane esemplare, di taglia piuttosto piccola (potrebbe essere quindi un cucciolone femmina) si è aggirato intorno al paese e sulle strade, lasciando evidenti impronte. Non ha però trovato da mangiare, e nella notte si è allontanato.
Ha invece fatto scorpacciata di miele ed api l’orso della val di Sole: immortalato in un video la settimana scorsa nei boschi coperti di neve, ora sta letteralmente facendo strage di arnie ed apiari, coinvolgendo buona parte degli apicoltori del centinaio degli iscritti all’associazione Apicoltori Valli di Sole, Pejo e Rabbi.
È la prima volta che accade una cosa simile, che ha colto tutti impreparati, e che ha messo subito in allarme il presidente dell’associazione, Francesco Moratti, che snocciola tristemente anche alcuni numeri di queste irruzioni dell’orso affamato: 25 arnie completamente distrutte solo nella giornata di lunedì, 6 apiari (gruppi di arnie) complessivamente danneggiati finora, per circa 50 famiglie di api, la maggior parte delle quali, viste le condizioni meteo proibitive, si rifugiavano nel caldo delle arnie e che, dunque, sono morte.
Per tutti gli apicoltori pesantemente danneggiati dalle incursioni dell’orso ci sono gli indennizzi, che coprirebbero anche più dello stesso danno materiale subìto, ma anche in questo caso la risposta è unanime: «Nessuno di noi -spiega Moratti - vorrebbe ricevere gli indennizzi, ma vorremmo che venissero tutelate prima le nostre api. Si tratta infatti di animali, non di oggetti che potremo ricomprare».
Una soluzione? Potrebbe esserci, secondo il presidente degli apicoltori: «Andrebbero finanziati al 100% gli acquisti delle cosiddette “case delle api”, strutture già ampiamente in uso in Slovenia, per esempio. Si tratta di complessi di protezione delle arnie, a prova di attacchi di orso».
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