Montagna / Il caso

In diciotto all'ospedale con i sintomi da puntura di zecca: avevano percorso un sentiero fra molte erbacce

È accaduto in val Masino (Sondrio), protagonista della disavventura una comitiva parrocchiale proveniente dalla Toscana: in paese sono arrivate sei ambulanze e per alcuni è scattata subito la terapia con antibiotico. L'allarme riguarda sia i rischi di contrarre la pericolosa encefalite (Tbe) sia la grave malattia di Lyme

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TRENTO. Sono finiti in ospedale 18 componenti di una comitiva di escursionisti toscani, che dopo aver percorso un sentiero in val Masino (Sondrio), una laterale della Valtellina, ha avvertito i sintomi tipici della puntura di zecca.

Si tratta, riferisce il quotidiano la Provincia di Sondrio, di un gruppo parrocchiale proveniente da Siena e ospite della casa vacanze di San Martino.

I fatti risalgono alla scorsa settimana. All'indomani della camminata, che ha attraversato anche un tratto di sentiero che presentava erbacce e ortiche, molti componenti della comitiva si sono accorti di avere addosso le zecche: sentivano già un forte prurito e le zone del morso erano arrossate.

Qualcuno aveva già sviluppato anche sintomi più seri: febbre e spossatezza.

Dopo le primissime cure sul posto, è scattato l'allarme al 118 e sono arrivate a San Martino ben sei ambulanze.

È il periodo delle zecche: ecco come difendersi ed evitarle

In tarda primavera e durante l'estate si assiste di solito al picco di presenza delle zecche nei nostri boschi, fino a 1.200 metri di altitudine circa. Le zecche possono trasmettere gravi malattie: per combatterle, l’arma migliore è prevenire le punture. Ecco come.

Come noto, infatti, contro gli effetti potenziali della puntura di zecca (micidiale vettore patogeno), oltre alla prevenzione (quando si frequentano i sentieri e dintorni) è fondamentale agire rapidamente per rimuovere il parassita.

Negli ospedali della zona sono stati dunque presi in carico nove minorenni e altrettanti maggiorenni. In qualche caso è scattata subito una prima terapia con antibiotico.

La zecca può trasmettere numerose malattie, in primis la Tbe, l’encefalite, che dà sintomi forti similinfluenzali, con esiti anche gravissimi, e per la quale al momento non esiste una terapia specifica: è disponibile però il vaccino.

Nel medio-lungo termine la zecca può provocare la subdola e gravissima malattia di Lyme, che si può prevenire, in caso di contagio, individuandone precocemente i sintomi, tramite sorveglianza del sito della puntura (la comparsa di macchie è un segnale chiaro), le analisi del sangue alla ricerca e la identificazione specifica dei batteri del tipo Borrelia e avviando subito una antibiotico terapia mirata per evitare le conseguenze più gravi e la cronicizzazione.

Spesso, purtroppo, la diagnosi della malattia di Lyme tarda ad arrivare, anche a causa della relativamente bassa casistica ufficialmente registrata: si ritiene, infatti, che la grave patologia sia largamente sottostimata, perché si confondono erroneamente i sintomi con altre cause.

Fondamentale, dunque, affidarsi a personale medico aggiornato su diagnosi e terapie.

Nel caso della malattia di Lyme non è ancora disponibile un vaccino in Europa, ne esiste uno negli Stati Uniti ma difende solo dall’agente patogeno B.burgdorferi sensu strictu, l'unico presente negli Usa, mentre da noi proliferano purtroppo tutte le genospecie di Borrelie, che sono distinte tra loro dal punto di vista antigenico.

"Clinicamente - spiega l'Istituto Superiore di Sanità - i primi sintomi della malattia sono intermittenti e mutevoli. La malattia inizia tipicamente in estate e all’inizio si manifesta con una macchia rossa che si espande lentamente. Entro qualche settimana (che in qualche caso possono diventare mesi), si possono sviluppare disturbi neurologici precoci caratterizzati da artralgie migranti, mialgie, meningiti, polineuriti, linfocitoma cutaneo, miocardite e disturbi della conduzione atrio-ventricolare. I sintomi sono fluttuanti e possono durare per mesi e cronicizzare.

L’ultima fase della malattia a distanza di mesi o anni dall’infezione, è caratterizzata da alterazioni a carico dell’apparato muscolo-scheletrico (artrite cronica), del sistema nervoso centrale e periferico (meningite, encefalomielite, atassia cerebellare, polineuropatie sensitivo–motorie, disturbi del sonno e comportamentali), della cute (acrodermatite cronica atrofica) e dell’apparato cardiovascolare (miopericardite, cardiomegalia).

Dal momento che gli esami di laboratorio non sono sempre in grado di confermare o escludere in modo definitivo la malattia, la decisione di iniziare il trattamento antibiotico dovrebbe essere presa sulla base della diagnosi clinica e dei dati anamnestici ed epidemiologici. La malattia non porta a sviluppare immunità, per cui l’infezione può essere contratta più volte nel corso della vita".

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