La protonterapia adesso è pronta al raddoppio
Era il 23 ottobre dello scorso anno quando il primo paziente venne trattato nel centro di Protonterapia di via al Deser
Era il 23 ottobre dello scorso anno quando il primo paziente venne trattato nel centro di Protonterapia di via al Desert. Era un sacerdote trentino di novant’anni con tumore nella zona del capo-collo. Proprio nei giorni scorsi questo paziente è tornato per una visita e la situazione è risultata sotto controllo. Grazie al trattamento con i protoni la massa è stata ridotta e «fermata».
Ora, a distanza di un anno dal paziente «0», il centro di Protonterapia di Trento è pronto al raddoppio. L’assessore alla salute ha dato il via libera a nuove assunzioni e entro fine anno anno sarà attivata anche la seconda sala per i trattamenti radianti. «Attualmente - spiega il direttore Maurizio Amichetti - siamo in grado di effettuare trattamenti su 14 pazienti al giorno e con la nuova sala i numeri aumenteranno».
Con l’ok dell’assessore arriveranno nuovi tecnici di radiologia, infermieri, una segretaria, un anestesista. Nove persone in più solo per la Prontonterapia. «Fino ad ora non c’è stata lista d’attesa ma ora iniziano ad aumentare le richieste e il prossimo paziente non potrà essere trattato prima del 23 ottobre quando si libererà il primo posto». Il numero di trattamenti possibili non raddoppierà automaticamente considerato che comunque il ciclotrone, ossia l’apparecchio che produce le particelle, è in grado di garantire l’uso di una sala per volta. Considerati i tempi necessari per preparare il paziente, però, la doppia sala consentirà di non avere tempi morti.
È evidente che con costi di realizzazione e mantenimento così elevati (si parla di un canone mensile di 500 mila euro al quale va aggiunto un costo di circa 1 milione di euro all’anno per il personale) il centro di prontonterapia non può permettersi di viaggiare a bassa velocità. O decolla o rischia di diventare un peso inaccettabile per l’economia provinciale.«Ci vogliono circa 400 pazienti per pareggiare le spese - dice Amichetti - anche se il nostro obiettivo è di farne 700 all’anno. Oggi la tariffa per paziente è di 30 mila euro a ciclo in anestesia e 24 mila per i trattamenti standard».
Per il momento, su circa 80 pazienti trattati dall’inizio dell’anno, quattro sono stati dei bambini. Il quinto inizierà la cura proprio oggi. Tutti i minori sono stati inviati da fuori provincia. «Dal punto di vista dell’ospitalità fortunatamente c’è l’aiuto della Lilt che ha realizzato l’appartamento per questi bambini e le famiglie in via Muredei. Più difficoltà ci sono per gli adulti». In pratica, i pazienti che arrivano da fuori provincia (sono il 60%) devono arrangiarsi per il mese e mezzo di permanenza. L’Azienda e la Provincia non hanno siglato nessuna convenzione con privati (case e hotel) e quindi la scelta e la ricerca del posto dove soggiornare è delegata ai pazienti e ai loro familiari. Qualche problema anche dal punto di vista dell’informazione visto che il Centro, unico pubblico nel mondo, non ha un sito internet dedicato dove i pazienti possono trovare tutte le informazioni del caso.
«Spesso i pazienti chiamano direttamente qui per avere informazioni e tra i nostri problemi ci sono anche le tante richieste incogrue, oltre naturalmente alle procedure amministrative che verranno snellite solo quando la terapia sarà introdotta nei Lea. Attualmente il tutto è ancora al vaglio del ministero. Ci sono regioni, come il Piemonte, che fino a quando non ci sarà l’autorizzazione ministeriale, per una questione economica, non darà il via libera ai trattamenti per i pazienti piemontesi». Rispondendo ad un’interrogazione del consigliere Upt Tonina l’assessore Zeni ha fatto presente anche l’attività di ricerca avviata al centro. «Attività che fa parte integrante dell’attività clinica una volta soddisfatte le esigenze dell’attività assistenziale. L’assessorato sta individuando del personale dedicato alla ricerca per una possibile assegnazione al Centro in modo da formare un piccolo nucleo di supporto d’interfaccia con gli enti specializzati in questo settore». L’attività di supporto del Centro, ha concluso Zeni, sarà realizzata in collaborazione con Cibio, Fondazione Mach ed Fbk.