Sei nuove varietà di vitigni resistenti
La viticoltura sostenibile diventa realtà grazie alla possibilità di produrre e vinificare uve di vitigni resistenti. Oggi si è tenuta, presso l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, una giornata di lavoro sull’agricoltura biologica. Da oggi è possibile coltivare anche nel nostro Paese varietà resistenti con la riduzione dei trattamenti antiparassitari
SAN MICHELE ALL’ADIGE - La viticoltura sostenibile diventa realtà grazie alla possibilità di produrre e vinificare uve di vitigni resistenti. Oggi si è tenuta, presso l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, una giornata di lavoro sull’agricoltura biologica.
Son ben 6 le nuove varietà di vite tolleranti a oidio e peronospora proposte dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige. Queste sono state inserite nel Registro nazionale delle varietà di vite idonee alla produzione di vino. Si tratta delle varietà Solaris, Johanniter, Helios, Prior, Cabernet Carbon e Cabernet Cortis. Tutte create dall’Istituto Viticolo Statale di Freiburg e testate da alcuni anni dal Centro ricerca e innovazione, costantemente impegnato nel lavoro di miglioramento genetico, volto alla resistenza.
Risultato importante e da oggi è possibile coltivare anche nel nostro paese varietà di vite resistenti con la riduzione dei trattamenti antiparassitari.
«Un risultato voluto dalla Fondazione Mach e dal mondo vivaistico trentino per ridurre l’input chimico in campagna - spiega il presidente Francesco Salamini -. Ritengo che con queste iscrizioni si sia definitivamente accantonato un vecchio tabù che di fatto impediva l’uso delle resistenze genetiche nel miglioramento di questa pianta agraria. Si apre ora una fase nuova che vede la Fondazione in prima fila nella creazione di uve di qualità resistenti a odio e peronospora».