«Il Brennero non sia chiuso» Appello di Panizza a Renzi
«Intervenire con Vienna e in sede europea per scongiurare la chiusura della frontiera del Brennero». Lo ha chiesto il senatore trentino del Patt Franco Panizza, in un intervento in aula nel corso di una seduta con il premier, Matteo Renzi, in vista del vertice europeo di oggi e domani.
Tra le richieste di Panizza anche quelle di «sostenere l’iniziativa congiunta di Platter, Rossi e Kompatscher (i governatori di Tirolo, Alto Adige e Trentino), di coinvolgere tutti i Paesi membri nel controllo delle frontiere dell’Unione, e di lavorare per un asilo politico europeo».
«La chiusura del Brennero - ha detto Panizza - rischia di fare tornare indietro le lancette della storia. Il Land Tirolo, le Province autonome di Trento e di Bolzano hanno un forte rapporto di collaborazione anche dal punto di vista istituzionale grazie all’Euregio: sono oltre 50 i progetti di politiche comuni transfrontaliere previsti per i prossimi due anni e che oggi rischiano una vera e propria battuta d’arresto.
Il Governo deve sostenere l’iniziativa politica dei tre presidenti di muoversi all’unisono con Vienna e con Roma in vista di una possibile emergenza. Non è molto diverso da quello che l’Italia chiede in Europa: una condivisione del problema, per riscrivere gli accordi di Dublino, salvare Schengen e giungere all’asilo europeo, anche con l’obiettivo di rafforzare la sicurezza interna e procedere in maniera più efficace con le procedure di riconoscimento dei rifugiati».
Panizza ha poi voluto sottolineare come «chiudere il Brennero sarebbe una ferita. Il Brennero non è un confine come tutti gli altri, ma il simbolo di quell’Europa che dopo essersi scontrata per secoli ha raggiunto la pace e la collaborazione. Dobbiamo fare in modo che l’Europa non sfugga più al difficile compito che le spetta. Continuiamo a chiamarla emergenza, ma i flussi migratori non sono un fenomeno transitorio, saranno la costante negli anni a venire, di cambiamenti epocali che possono essere affrontati solo in maniera collegiale a livello europeo.
L’Europa - ha insistito Panizza - non può essere solo la camicia da forza che stritola con le sue regole l’agricoltura, la montagna e le piccole e medie imprese. Credo che la linea politica italiana sull’Europa sia quella giusta. Il problema vero delle Istituzioni dell’Unione è che sempre più spesso sembra di essere nel gioco dell’oca, per cui anche dopo la condivisione, durante i vertici, degli obiettivi, l’indomani il tutto si trasforma in un gioco di distinguo, di ritardi e di mancanze. Per ritornare, tragicamente, al punto di partenza. È evidente allora che l’azione deve essere intensificata. E non lasciata solo sulle spalle del Governo italiano, ma deve vedere un coinvolgimento più largo di tutte quelle forze che possono aiutare l’Europa a ritrovare la strada giusta. Un pò come si sta provando a fare con la nostra Euregio e su cui abbiamo bisogno di un importante sostegno da parte di Renzi e del Governo».