Spagnolli, cervi minacciano la ricrescita dei boschi abbattuti
Nel 2019 il prelievo venatorio sul territorio altoatesino interesserà 12.000 ungulati, tra cervi e caprioli. Un numero di esemplari da abbattere in linea con gli anni passati e che conferma la preoccupazione per l'aumento soprattutto della popolazione di cervi. Un numero crescente che rappresenta un rischio per le zone devastate dalla tempesta Vaia di fine ottobre: gli animali selvatici, infatti, si cibano delle giovani piante e degli arbusti sopravvissuti alle raffiche di vento che hanno raso al suolo milioni di alberi, impedendo così al bosco di ricrescere rapidamente.
"Le zone colpite dalla tempesta Vaia necessitano di una ricrescita rapida del bosco. È quindi evidente che una presenza massiccia di cervi e caprioli può creare dei problemi alla ricrescita del bosco", spiega Luigi Spagnolli, direttore dell'Ufficio caccia e pesca della Provincia autonoma di Bolzano.
"I piani di prelievo hanno soglie molto alte, soprattutto per quanto riguarda i cervi, per invertire una tendenza che vede, secondo i dati faunistici, una presenza eccessiva di questi ungulati sul territorio dell'Alto Adige. In particolare, nelle zone colpite dal maltempo, si cercherà di intervenire tempestivamente ed in modo mirato per evitare che gli alberi vengano immediatamente divorati", conclude Spagnolli.