Tornano le capre per salutare l'estate

La Valle di Fiemme ha salutato l'estate 2013 con la «Desmontegada de le caore». Una festa  che dà il bentornato alle capre che scendono dalle malghe, dopo appunto l'estate. È la tradizione dell'alpeggio che diventa traino per la valorizzazione del territorio, della cultura gastronomica e quindi un'attrattiva per i tanti turisti ancora presenti in valle. La Desmontegada è una vera festa degli animali, rappresentati da centinaia e centinaia di capi che si sono presentati in paese dopo l'assenza estiva tra due ali di folla festante, agghindati di tutto punto e seguendo il ritmo di campane e campanelle

di Antonio Longo

La Valle di Fiemme ha salutato l'estate 2013 con la «Desmontegada de le caore». Una festa  che dà il bentornato alle capre che scendono dalle malghe, dopo appunto l'estate. È la tradizione dell'alpeggio che diventa traino per la valorizzazione del territorio, della cultura gastronomica e quindi un'attrattiva per i tanti turisti ancora presenti in valle.
La Desmontegada è una vera festa degli animali, rappresentati da centinaia e centinaia di capi che si sono presentati in paese dopo l'assenza estiva tra due ali di folla festante, agghindati di tutto punto e seguendo il ritmo di campane e campanelle. Non solo le capre, arrivate un po' in anticipo rispetto all'orario annunciato. Ma anche tanti cavalli, con le carrozze pittoresche, guidate da cocchieri, con l'intrattenimento di musicisti con fisarmonica. Poi il raduno nella piazza per i discorsi delle autorità.
Se il secolo scorso l'arrivo in paese degli animali era una questione per pochi intimi, da venti anni il Comune di Cavalese con l'Azienda di promozione turistica ha sviluppato un evento centrale nell'offerta turistica di fine estate. Tanti gli stand gastronomici per le vie del paese. I piatti più gettonati dai molti turisti sono quelli che vedono le specialità trentine: polenta, crauti, lucanica, ma anche formaggi, affettati, dolci. Non mancano poi gli stand con i vini e le grappe. In Val di Fiemme un altro fiore all'occhiello è la birra.
E il pranzo? Tutti in fila a partire dalle ore 12. Paura di arrivare ultimi con tutto finito? «Veniamo ogni anno in Val di Fiemme e non andiamo via prima di aver visto gli animali. È un appuntamento fisso che scandisce il passare del tempo» confida una turista di Roma. Le vie del centro del paese sono anche il palcoscenico per l'artigianato locale. Sia con l'esposizione di piccoli utensili o ornamenti per la casa, ma anche, e soprattutto, per la cultura del legno che diventa, in valle, un altro elemento importante. Nei pressi dell'istituto comprensivo, per tutta la giornata, scultori si sono prodigati con opere suggestive che hanno saputo catturare l'attenzione di un vasto pubblico. Tutto sembrava studiato, per creare il giusto equilibrio. La scultura, come detto, e a pochi metri tre signore armate di ferri da maglia. Del resto i maglioni del lungo inverno, a breve, verranno tirati fuori.
Molte donne del paese, per salutare al meglio i turisti, si sono vestite con gli abiti tipici del passato. Un mosaico ricco di colori, le cui tessere hanno ricreato l'immagine più genuina della montagna, nella quale la tradizione diventa un elemento di arricchimento e promozione. Il tempo è stato clemente quasi fino alla fine. Una leggera pioggia si è abbattuta su Cavalese, con la chiusura della festa. Il maltempo, però, non ha rovinato la festa, e nonostante l'acqua, i turisti hanno continuato ad affollare gli stand e le numerose bancarelle. Del resto, erano in montagna e l'acqua del cielo, prima di ritornare alla vita quotidiana, non è di certo un problema.

comments powered by Disqus