Pediatri a paga doppia se vanno a Cavalese
Punti nascita 50 euro all’ora in più per i medici disposti a spostarsi
AAA pediatri cercansi per il punto nascite di Cavalese. E per accelerare una risposta all’appello l’azienda sanitaria provinciale ha stabilito un incentivo.
I professionisti in servizio presso gli ospedali di Trento e Rovereto che sceglieranno di salire in valle per i turni in sala parto riceveranno un bonus di 50 euro all’ora oltre alla paga normalmente percepita. Un provvedimento, spiega l’assessore alla salute della Provincia di Trento Luca Zeni, che si è reso necessario visto che la domanda di questo tipo di specialisti supera l’offerta.
Il punto nascite di Cavalese, ritenuto in condizione di disagio geografico, è stato graziato dal decreto Balduzzi, che ha stabilito i criteri di esistenza di tali presidi, tra cui la soglia minima di parti annuali, e di conseguenza provocato diverse chiusure. A Cavalese è stata concessa la deroga sulla condizione dei 500 parti all’anno, ma solo a determinate condizioni dettate dal ministero e dalla sua commissione dedicata.
«Tra queste c’è il mantenimento del numero dei nati - spiega Zeni - che solitamente per quel punto nascite si attesta a circa 270 all’anno. Il 2016 non fa testo, con 80 parti, perché il servizio era solo part-time. E tra le condizioni c’è l’attività a tempo pieno, 24 ore su 24. Per garantirla servono anestesisti, ginecologi, ostetriche e pediatri». Questi ultimi sono pochi e perciò in posizione privilegiata: potendo scegliere, difficilmente un pediatra finirà per lavorare nel punto nascite di Cavalese.
«Abbiamo fatto una pubblicità forte ai nostri concorsi dedicati ai pediatri - continua l’assessore Zeni - ma se a Cles è andata bene e abbiamo reperito i professionisti necessari, a Cavalese il primo bando ha portato zero risultati, mentre al secondo concorso c’è stata sì una risposta ma insufficiente». Sono arrivate infatti solo tre disponibilità non esclusive per Cavalese e una mobilità da un altro ospedale: troppo poco, se si pensa che per garantire la guardia no-stop servono almeno sei professionisti che si alternano in turni di otto ore.
«Ora quindi avanziamo la proposta ai pediatri già in servizio a Rovereto e Trento - dice Zeni - e stiamo verificando la disponibilità a salire a Cavalese». Il compenso sarà di 50 euro all’ora, oltre alle spese di trasferta. L’assessore garantisce poi che i due ospedali di fondovalle non subiranno carenze per compensare le mancanze in Val di Fiemme. Così facendo, inoltre, si assicura al punto nascite la presenza di specialisti preparati dall’esperienza su grandi casistiche negli ospedali centrali.
«L’obiettivo è quello di soddisfare i criteri del ministero - spiega Zeni - perché l’attività non potrà continuare in part-time. Ora ci stiamo concentrando sulla reperibilità di queste figure professionali. Sul fronte del numero dei nati invece, pensiamo che se ci sono state decine di famiglie che hanno deciso di far nascere i figli in un ospedale che pure era a ranghi ridotti, una volta a pieno regime i numeri ci saranno. Cavalese è una realtà altamente fidelizzata».
Quali tempi per soddisfare le esigenze di Roma? «Il prima possibile».