Presi i ladri dei supermercati La banda agiva nel Nord Est
In val di Fassa riuscirono a rubare seicento euro di alcolici e seicento euro di lamette da barba, al Conad e al «C+C» del Fassa Coop Center di Pozza, lo scorso dicembre. Tre romeni, una donna e due uomini, vennero denunciati dai carabinieri della compagnia di Cavalese. Ora nei confronti dei tre è scattata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, al termine dell’indagine condotta dai militari di Pordenone. Data l’irreperibilità sul territorio italiano, i romeni sono ricercati anche all’estero, assieme ad altri tre connazionali che fanno parte del medesimo gruppo criminale.
L’operazione, denominata «Espresso» e partita nel giugno 2017, ha permesso di sgominare una banda specializzata nei furti nei supermercati. Sei i «colpi» contestati (avvenuti anche in Veneto ed in Lombardia, oltre al doppio furto di Pozza di Fassa), tre i tentativi falliti. I furti, come è stato spiegato dagli investigatori, avvenivano nei momenti in cui all’interno dei punti vendita c’erano pochi commessi. Questa la tecnica: uno dei complici, riempito il carrello della spesa con prodotti costosi, cercava di guadagnare la fuga passando per le casse chiuse o per le porte antipanico dei negozi, per poi caricare velocemente il tutto sull’auto con a bordo i complici. Come ricostruito, la merce veniva subito portata ad un ricettatore in Lombardia.
Nei confronti dei sei ladri romeni, che dovranno rispondere di numerosi furti aggravati, tentati e consumati in concorso, la procura di Pordenone ha chiesto ed ottenuto la misura della custodia cautelare in carcere, al momento non ancora eseguita data l’irreperibilità degli indagati. Denunciato a piede libero l’uomo accusato di essere il ricettatore, un 53enne della provincia di Bergamo: dalla perquisizione dei locali nella sua disponibilità, sono «comparsi» e sequestrati generi alimentari di tutti i tipi, dal tonno e carne in scatola al caffè, dai barattoli di sugo pronto ai sottaceti e sottoli, dalle bottiglie di vino e superalcolici, anche di pregio, a casalinghi e piccoli elettrodomestici, del valore complessivo di circa 70.000 euro. La merce, provento di furto, era stipata in un capannone in provincia di Bergamo in attesa di essere rivenduta a metà prezzo.