Case di riposo, Oss sempre più rari. Roberta Bragagna (Rsa di Tesero): «Difficoltà a trovare anche infermieri”
La situazione di emergenza degli organici prosegue ormai da qualche anno anche nelle Valli dell’Avisio. I motivi - simili anche nel resto del Paese - sono da ricondurre ad una generale carenza di queste figure, ma anche al diverso trattamento economico tra infermieri che lavorano in casa di riposo e ospedale, valli a vocazione turistica che spingono le persone a scegliere altri lavori
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FIEMME/FASSA. Diciannove domande per la figura di operatore socio sanitario, 28 per quella di ausiliario socio assistenziale. Questi i numeri delle due recenti pubbliche selezioni - a tempo determinato - indette in forma congiunta tra le Apsp Giovanelli di Tesero, Ciasa de Paussa di Vigo e San Gaetano di Predazzo.
Poche, le domande, visto che molti di coloro che hanno deciso di partecipare alla selezione lavorano già all'interno delle tre strutture. Solo tre sono i nuovi Oss, figura che svolge attività di cura e assistenza alle persone fragili. Numeri simili per gli Asa, operatori che svolgono mansioni di assistenza analoghe ai precedenti, ma non hanno la qualifica di Oss. Rimane poi anche la difficoltà più grande, quella di trovare infermieri, figura dedita più all'aspetto sanitario specifico.
La situazione di emergenza degli organici prosegue ormai da qualche anno. I motivi - simili anche nel resto del Paese - sono da ricondurre ad una generale carenza di queste figure, ma anche al diverso trattamento economico tra infermieri che lavorano in casa di riposo e ospedale, valli a vocazione turistica che spingono le persone a scegliere altri lavori, un lavoro dove serve una particolare empatia con l'utenza. Attirare persone da fuori valle è complicato: chi lo fa, fa una scelta di vita, e il costo degli alloggi (sempre se si riescono a reperire) è spesso molto alto.
Rsa Giovanelli (Tesero).
Qui vivono 80 persone. Potrebbero essere di più, ma la carenza di personale non consente di riempire tutta la struttura. Tutti i posti negoziati con la Provincia (cioè quelli a cui l'Azienda sanitaria paga la retta sanitaria agli ospiti), che sono 70, sono coperti, ma alcuni posti letto a libero mercato (dove la famiglia deve pagare l'intera retta) sono vuoti. «Abbiamo difficoltà a trovare Oss e infermieri, è il nostro problema principale - conferma la direttrice Roberta Bragagna - Va per fortuna meglio per altre figure come animatori, fisioterapisti e servizi generali».
Ciasa de Paussa (Vigo di Fassa).
I 65 ospiti fanno di Fassa la Comunità di Valle che ha a disposizione, nelle Rsa, meno posti letto di tutto il Trentino. «In questo momento stiamo cercando un paio di persone in più per poter avere l'organico per fare le ferie estive con tranquillità - spiega la direttrice Elisa Emiliani - Però la gran parte di coloro che hanno partecipato alle selezioni lavora già da noi, solo uno degli Asa è da fuori regione. Devono partecipare alla nuova selezione (che viene fatta solitamente ogni 3 anni, ndr) per firmare un nuovo contratto, la cui durata massima è di 54 mesi».
A Vigo di Fassa è stata da poco emessa anche una selezione per un nuovo animatore. Il termine di presentazione delle domande scade il 19 maggio. «Facciamo fatica a trovare anche figure come queste. Serve empatia, saper coinvolgere le persone, rapportarsi con persone che hanno diverse disabilità o problematiche. Non è un lavoro che possono fare tutti».
Rsa San Gaetano (Predazzo).
«Se guardiamo le direttive provinciali, il numero di oss che abbiamo è sufficiente, ma le selezioni ci servono per regolarizzare al meglio le posizioni di queste persone» spiegano Renato Cemin e Maurizio Belloni, presidente e direttore della casa di riposo di Predazzo, che sono alla ricerca di un medico (termine di presentazione della disponibilità il 31 maggio) al quale affidare l'incarico di coordinamento sanitario ed il servizio di assistenza medico-generica agli ospiti.
A Predazzo sono 86 i posti negoziati disponibili, ma ne sono occupati 69, pur con una lunga lista di attesa di persone pronte ad entrare.«Ci manca assistenza infermieristica e dunque non riusciamo ad accogliere altre persone. Uniamo le forze con le altre strutture di Fiemme e Fassa per cercare di superare le problematiche, che spesso sono comuni».