Don Ciotti a Campiglio: «Vangelo e Costituzione»
Don Luigi Ciotti, a Madonna di Campiglio per il Mistero dei Monti, festival culturale d’alta quota giunto alla quindicesima edizione, è intervenuto sul tema «Lo slancio della legalità» componendo, davanti a centinaia di persone giunte al Salone Hofer per ascoltarlo, una testimonianza di impegno e di lotta, da sacerdote e da cittadino.
Dall’infanzia a Torino con le Dolomiti nel cuore (è nato a Pieve di Cadore) alle prime esperienze di comunità per aiutare i giovani. Dalla questione ambientale ispirandosi dall’enciclica «Laudato si’» di Papa Francesco fino agli aggiornamenti sulle mafie attingendo all’ultimo Rapporto sulla mafia.
Il fondatore del Gruppo Abele e dell’Associazione Libera non ha risparmiato dure parole, vere e proprie sferzate, al sistema, ma le ha intercalate ripetutamente con l’affermazione: «Tanti passi avanti sono stati fatti, altrimenti non saremmo qui».
«Le mafie storiche - ha detto don Luigi Ciotti - cambiano pelle, ma stanno benissimo. La loro nuova strategia - ad esclusione dei casi di Napoli, con la ferocia delle minibande e della camorra, e di Foggia e provincia, con la mafia del Gargano della quale nessuno o pochi parlano - è di uccidere meno. La loro nuova strategia è la corruzione. Nel Rapporto sulla mafia si legge che si infiltra negli appalti e nei servizi attraverso intrecci con politici e imprenditori. La mafia ha sostituito omicidi e azioni di fuoco con la corruzione, infetta la cosa pubblica. È forte quando la politica è debole e la democrazia è pallida. Corruzione e mafia sono due facce della stessa medaglia. In tutto questo - aggiunge don Ciotti - non dimentico di esprimere la bellezza, la stima e la riconoscenza di chi, nei rispettivi ambiti, si impegna e lotta per il bene comune. Il cambiamento che desideriamo non è opera di navigatori solitari, ma di persone che fanno ciascuna la propria parte, di un noi. Falcone diceva che la lotta alla mafia è una lotta di legalità e civiltà, lotta dunque per il lavoro, per i giovani, i servizi, il sostegno alle famiglie. E la legalità è un mezzo per raggiungere l’obiettivo della giustizia, senza dimenticare il primo passo: educarci alla responsabilità».
Quali i riferimenti della sua vita?
«Due e grandi: il Vangelo e la Costituzione italiana. In entrambi c’è molta politica intesa come servizio per il bene comune che vuole dire dare la libertà, la dignità e la vita alle persone. C’è molta politica nel Vangelo quando denuncia i soprusi, la violenza e le ipocrisie e molto Vangelo nella Costituzione laddove stabilisce l’uguale dignità tra le persone e il loro diritto a vivere in pace e giustizia». Come coniugare fede ecclesiale e passione sociale, gli chiede, poi, il teologo, all’Hofer in veste di conduttore, Marco Vergottini. «Amo la Chiesa che invita a guardare il cielo senza distrarsi dalle responsabilità e cito don Tonino Bello - risponde don Ciotti - quando diceva che non gli interessava sapere chi fosse Dio, ma da che parte stava. Il mio obiettivo è di saldare la terra con il cielo».
Poi, capitolo Papa Francesco. «Oggi se c’è uno che alza la voce è Francesco. Nell’enciclica "Laudato si’", il Papa invita a non dimenticare il grido della terra. I disastri ambientali e sociali fanno parte della stessa crisi socio-ambientale e lo dice un Papa secondo il quale l’ecologia è integrale perché il mondo è un ecosistema e ogni parte agisce sulle altre. La terra ha un’anima, ma per ascoltarla occorre una sensibilità oggi in gran parte perduta».
Un altro tema caro a don Ciotti riguarda il «mettersi nei panni degli altri».
«Vi invito - ha affermato - a non fermarvi alle apparenze, a superare il peccato del sapere di seconda mano e per sentito dire, ricercando la profondità.
La vita mi ha insegnato a mettermi nei panni degli altri, a dare una mano nel prendere coscienza delle proprie responsabilità. E ricordo che nella vita le persone si incontrano e i problemi si affrontano, non viceversa.
Nella mia vita ho incontrato i nessuno, chi ha sbagliato. Alla mia porta, in questi anni, hanno bussato in tanti e ho capito che i bisogni profondi delle persone sono uguali per tutti. La povertà non è solo materiale, tutti noi siamo limitati nell’anima».
«Riempire sempre la vita di vita, di senso e di significato, non lasciarsi vivere, ma vivere. Questo è il mio augurio», ha concluso don Luigi Ciotti a conclusione dell’incontro di Madonna di Campiglio, uno dei più intensi e veri nei quindici anni del Mistero dei monti.