Italcementi, 18 accettano l'esodo volontario
Il futuro dello stabilimento Italcementi di Ponte Oliveti (nel comune di Calavino) si baserà su una riduzione sostanziale di personale. Dagli attuali 55 addetti si passerà a non più di 22-25, tanti quanti sono attualmente quelli impegnati nel settore della macinazione. Gli altri sono in cassa integrazione. E proprio la sua proroga che scade a fine di questo mese, ha visto i sindacati e la proprietà impegnati in un incontro avvenuto a Roma. Il gruppo ha stabilimenti anche a Salerno e Castrovillari (questi ultimi due diventati centri di macinazione) e la sede centrale in provincia di Bergamo.
C’è in ballo, spiega Matteo Salvetti, segretario della Feneal Uil, l’approvazione da parte del governo di un decreto che proroghi la cassa integrazione fino al 31 dicembre 2018, dando tempo ai lavoratori di cercare nuove soluzioni. Tra l’altro, la stessa nuova proprietà sta aprendo la ricerca di personale su altre figure nel gruppo e quindi potrebbe essere assorbita anche una quota degli esuberi. Nell’incertezza sul decreto, però, Italcementi avrebbe avviato i licenziamenti col 30 giugno. L’accordo raggiunto ora da Cgil, Cisl e Uil con l’azienda fa slittare la scadenza al 31 luglio, con la speranza che nel frattempo il governo emani il decreto.
Tuttavia qualcosa di importate si sta muovendo. La proprietà ha proposto ai lavoratori un incentivo per lasciare spontaneamente l’azienda. Si tratta di 43 mila euro lordi (33 mila euro netti) pari a due anni di stipendio. Una proposta che è stata accolta da 18 dipendenti su 22 come conferma Raffaele Frascino, rappresentante aziendale Feneal Uil, uno di quelli che ha rifiutato la proposta. I quattro che non hanno accolto la richiesta potrebbero essere assunti tra quelli invece della macinazione se alcuni di loro scegliessero di lasciare. «ll futuro dello stabilimento rimane davvero difficile - dice Frascino - e dopo la chiusura del forno e il ridimensionamento del personale non possiamo attenderci grandi cose anche se a Sarche la situazione appare un po’ migliore rispetto alle altre due realtà del sud Italia».
Da tempo i sindacati nazionali chiedono che l’Italia possa svolgere un ruolo importante anche nel contesto mondiale di Heidelberg Cement (che controlla Italcementi), salvaguardando così i livelli occupazionali. Infatti HC ha deciso che una serie di funzioni, fino ad oggi svolte dalla sede centrale di Bergamo, verranno trasferite in Germania, tanto è che il gruppo tedesco dovrà costruire in terra tedesca una sede più grande. Nel primo trimestre dell’anno i ricavi dell’HC sono aumentati del 34% raggiugnendo i 3.784 milioni euro. L'anno precedente erano 2.832.