La vendemmia è buona il problema però sono le vendite di vino
I timori dei viticoltori
Una vendemmia dai grappoli d’oro, secondo la maggior parte dei viticoltori rotaliani, quella che si è appena conclusa nella Piana rotaliana. Nonostante le copiose piogge di fine agosto, l’uva della vendemmia 2020 ha una qualità eccellente; ora si spera che non avvenga un altro lockdown per non compromettere le vendite nei prossimi mesi. La quantità del raccolto, come conferma Leonardo Pilati, direttore della cantina sociale di Mezzolombardo, è stata più contenuta rispetto le previsioni, ma si presume maggiore, all’incirca del 7 per cento, rispetto l’anno scorso.
«L’uva è stata raccolta tutta a mano, senza l’ausilio delle macchine, in un periodo caratterizzato dalle piogge intense a vendemmia già iniziata - osserva il direttore Pilati - e siamo più che soddisfatti per la sua qualità». Spostandoci nella vicina Mezzocorona, Giulio de Vescovi, uno dei giovani vignaioli dell’associazione «Teroldego Evolution», racconta che le varietà a bacca rossa sono ottime, mentre la bacca bianca ha sofferto per via delle piogge e quindi sono state raccolte uve non perfettamente mature nei vigneti a forte produzione. «Chi ha seguito i criteri dei disciplinari doc, con una produzione entro i limiti stabiliti per le varie tipologie, ha raccolto un’uva ottima - spiega de Vescovi, mentre chi non ha rispettato le quantità fissate dai disciplinari crea un danno per quanti si adoperano a lavorare bene il vigneto alla ricerca di una qualità sempre maggiore».
C’è, infatti, ancora chi punta sulla quantità, con rese per ettaro superiori ai 200 quintali, a scapito della qualità. E sono ancora pochi coloro che si adeguano ai cambiamenti climatici e non tengono conto che, con le piogge intense, nei vigneti di fondovalle l’acqua rimane sfavorendo la maturazione dell’uva e quindi è necessario una lavorazione maggiore. Di conseguenza, le uve bianche coltivate in collina, specie quelle per la base spumante, risultano migliori rispetto al fondovalle.
La conferma arriva dalla Cantina Pojer & Sandri di Faedo: «Noi siamo felicissimi perché questa è una delle migliori vendemmie di sempre - ci confida Mario Pojer - anche se con i 150 millimetri d’acqua precipitata a fine agosto, temevamo un disastro. Per fortuna siamo in collina e il ritorno del sole e del caldo hanno favorito la maturazione dell’uva con un Gewürztraminer da favola, come il Riesling e lo Chardonnay, o il Pinot nero tra le uve rosse. Inoltre, la maggior fortuna è che non ha mai grandinato». I grappoli d’oro stanno quindi fermentando nelle cantine per trasformarsi in vini di qualità superiore: ma come inciderà sulle vendite l’effetto Covid? «Nel canale di vendita della ristorazione, per via del Lockdown, abbiamo subito pesanti perdite.
Risponde Pilati della Cantina Rotaliana - e speriamo che non si torni alla situazione della scorsa primavera. In compenso, abbiamo aumentato parecchio le vendite nella grande distribuzione perché le famiglie, non potendo più andare al ristorante, hanno riscoperto il piacere di bere del buon vino anche rimanendo a casa. E qui abbiamo riscontrato che nelle piccole botteghe di paese, soprattutto nei negozi delle Famcoop, abbiamo aumentato vertiginosamente le vendite».
Per de Vescovi, che come la maggior parte dei vignaioli non è presente nella grande distribuzione, il danno c’è stato: «I vini pregiati sono stati fortemente penalizzati dal lockdown e in Italia la loro vendita online, sebbene raddoppiata, non ha avuto un’impennata come alcuni speravano, poiché è passata dal 4 all’8 per cento. Segno che alla gente, più che acquistare il vino in internet, piace bere un vino pregiato in enoteca o al ristorante, ma se questi esercizi sono chiusi e le vendite online sono ancora scarse, bisogna puntare su altri canali di vendita».
Soddisfatto, invece, Pojer che dice di aver notato un profondo cambiamento con il lockdown: «Se a primavera è stato un disastro, soprattutto per noi che siamo fornitori delle navi da crociera Costa e Msc, abbiamo notato una grande ripresa in estate nelle località turistiche, come ad esempio, nella Riviera romagnola e nella vendita all’estero. Ad esempio abbiamo appena consegnato in Giappone una grande fornitura del nostro prodotto di punta, «Zero infinito», tanto da esaurire le nostre scorte e dover scrivere in internet «Zero finito!