Affari e politica, il sindaco di Arco, Alessandro Betta, indagato si auto-sospende dal PD
Il partito prende atto con soddisfazione, e avverte: chi l’aveva sostenuto nella recente corsa alla segreteria del partito non avrà conseguenze
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ARCO. Alessandro Betta, indagato nella maxi inchiesta della Procura di Trento, si è autosospeso dal Pd del Trentino. L'attuale sindaco di Arco - che rimane comunque al vertice del Comune, come la collega Santi a Riva (nella foto, ritratti insieme) - è accusato di essersi fatto finanziare la campagna elettorale del 2020 da Paolo Signoretti, anche lui indagato, e di essere stato complice attivo, assieme all'imprenditore, di un'opa ostile per prendere il controllo del partito.
Betta ha assicurato che farà "di tutto per dimostrare la correttezza del mio operato, lo devo alle tante persone che hanno creduto in me mandandomi un messaggio di affetto, ma anche a quelle che stanno sparlando con cattiveria, perché la Città di Arco e le istituzioni meritano le risposte per fare chiarezza e affinché si mantenga la fiducia all'interno della Comunità".
Intanto il Partito Democratico del Trentino, il cui segretario Dalrì aveva chiesto l'espulsione di Betta, prende atto dell'autosospensione esprimendo "apprezzamento per il gesto rispettoso nei confronti della nostra comunità politica. Siamo convinte e convinti che sia fondamentale garantire piena fiducia nella magistratura, che saprà fare chiarezza sui fatti oggetto dell'indagine. Fatti che non coinvolgono coloro che hanno presentato e sostenuto la mozione che all'ultimo congresso proponeva Betta come segretario, i quali fanno parte a pieno titolo della comunità politica del Pd del Trentino. Il nostro impegno resta quello di promuovere il dialogo, la trasparenza e il rispetto dei principi che animano la nostra azione politica. Continuiamo a lavorare per perseguire il bene comune e l'interesse della collettività, guardando con fiducia al futuro".