Crisi, il bar del Mart rischia la chiusura Sono dieci i posti di lavoro in pericolo
Il posto è di quelli «sacri», culturalmente e turisticamente parlando. Non fosse altro per le badilate di denaro pubblico che l'hanno reso possibile. Il Mart, il tempio dell'arte disegnato dall'archistar Mario Botta nel settecentesco corso Bettini, è uno dei richiami del Trentino. Un'attrazione direbbe qualcuno, un museo di respiro internazionale qualcun altro. E tra collezioni e mostre, di fatto, sotto il cupolone si danno appuntamento ogni anno decine di migliaia di visitatori. Che, è bene dirlo, sono un patrimonio soprattutto di Rovereto visto che, di solito, dopo il bagno nell'arte moderna e contemporanea spendono qualche euro in città.
Da un paio d'anni la caffetteria è stata affidata alla cooperativa Cosmar di Bolzano che ha un contratto fino al 31 maggio 2018. Ma che dovrebbe saltare anzitempo, addirittura dalla prossima settimana.
Le voci - messe in giro dalla stessa azienda altoatesina ma non formalizzate da supporto, diciamo così, cartaceo - parlano di una chiusura del bar da lunedì con contestuale licenziamento dei dieci dipendenti. La notizia, ovviamente, è un fulmine a ciel sereno e non solo per le dieci famiglie che, di punto in bianco, si troveranno su una strada, ma anche per tantissimi visitatori del Mart e, ci si consenta, pure per la pessima immagine che un grande museo di respiro quantomeno europeo dà di se stesso senza una caffetteria degna di questo nome.
Il direttore del Mart Gianfranco Maraniello resta alla finestra, in attesa. «Ci sono difficoltà ma ad oggi non è arrivata alcuna comunicazione ufficiale. E nemmeno qualcuno ci ha confermato il fallimento della cooperativa Cosmar. Se così fosse, ovviamente, pretenderemmo garanzie per la miglior soluzione nell'interesse di tutti».
Davvero il Mart resterà senza il supporto enogastronomico e privo dell'aroma del caffè che pure, in città, è sinonimo di eccellenza (e il patron del Bontadi, Andreis, è addirittura nel Cda del museo)?
Stefano Picchetti, sindacalista della Uiltucs, è preoccupato.
«Non c'è nessuna notizia ufficiale. Sappiamo che Cosmar ha grossi problemi. Quella del Mart, però, è una nebulosa. La ditta ha infatti comunicato ai lavoratori che si sospenderà il servizio dalla prossima settimana. Ma non c'è alcun tipo di nota scritta ufficiale, solo a voce. La stessa che ha detto ai lavoratori che dalla prossima settimana non saranno più dipendenti».
È un licenziamento verbale, all'americana? «Se è per quello sempre a voce hanno detto che rinunciavano all'appalto».
Contattare la ditta è impresa impossibile. «Ci abbiamo provato ma non abbiamo alcun riscontro, sono sfuggenti. È una situazione assurda, strana, di una cooperativa del luogo che mostra tutti i limiti dell'appalto. Non parlo del Mart ma del sistema che è sbagliato».
Ma la Cosmar è fallita? «Non sembra avviata al fallimento anche se l'azienda parla di un liquidatore che non risulta al tribunale. Siamo in un limbo e i tempi sono ristretti».