Il futuro del Bosco della Città
All’Urban Center di Rovereto, giovedì 15 novembre alle ore 18 si inaugura il primo di una serie di tre incontri sul tema I vissuti del Bosco della Città. L’obiettivo dell’iniziativa è raccogliere le riflessioni di intellettuali, ma anche i ricordi, orali e fotografici, dei cittadini interessati, fino alle intuizioni sul futuro del Bosco, attraverso i disegni dei piccoli scolari delle elementari. Tutto questo per contribuire a ridisegnare l’area del Bosco della Città grazie a una nuova progettualità affidata dall’amministrazione all’architetto-ingegnere Emiliano Leoni.
In contemporanea, con il materiale iconografico raccolto verrà allestita una mostra, con foto e disegni per raccontare il passato e immaginare il futuro del Bosco.
L’ospite chiamato ad aprire il dibattito è Annibale Salsa, antropologo, docente universitario, fra i più acuti osservatori della realtà trentina e dell’evolversi della sua autonomia, che offrirà una sua personale interpretazione del Bosco della Città. Nel successivo appuntamento del giovedì ci sarà l’opportunità di ascoltare Alessandro Franceschini (22 novembre), architetto e docente universitario. Infine, il giovedì 29 novembre, per chiudere in modo corale, i protagonisti saranno i cittadini, con i loro ricordi e le vecchie foto del Bosco, e i fanciulli delle elementari delle scuole Dante Alighieri e Regina Elena, con i loro disegni. Uno dei punti di partenza della discussione è che quell’area verde, non è soltanto il luogo d’elezione per passeggiate e attività sportive, ma anche uno spazio che richiama alcuni momenti centrali della storia della città. Per l’assessore all’urbanistica Maurizio Tomazzoni, fra gli ideatori dell’iniziativa, una riflessione su quell’area è necessaria per fare in modo che la città se ne riappropri. Spiega l’assessore Tomazzoni: «Il paradosso è che il Bosco è noto e anche frequentato, ma di fatto avulso dal resto della città. Il verde viene quasi a configurarsi più come una barriera che come un’opportunità di collegamento fra le varie parti della città».
Visto dall’alto il Bosco sembra correre in modo parallelo lungo corso Bettini, ma «sembra essere niente di più che una macchia verde, come i giardini Perlasca». Infatti, continua l’architetto Emiliano Leoni, «è indispensabile rendersi conto che esiste una fascia verde inselvatichita, o meglio trascurata, ma con grandi potenzialità. I roveretani sanno che c’è il Bosco, però lo percepiscono come uno spazio distante, che raggiungono in auto. Per questo si vuole impostare una riflessione che parta dal concetto di paesaggio come luogo segnato dalla presenza dell’uomo». In conclusione, per l’architetto Leoni il nuovo progetto deve fare del Bosco della Città «un luogo antropizzato, contraddistinto dall’azione dell’uomo che lo trasforma, nel rispetto di un equilibrio ecologico, ma trovando il senso profondo di quegli spazi». Insomma, saranno analizzati passato presente ma soprattutto futuro del Bosco della Città per rilanciarlo tutti insieme.