Dellai: forza Enrico

Né di scopo, né del presidente, né delle larghe intese. Sarà «un governo di servizio al Paese» e «non nascerà a tutti i costi, ma solo se ce ne saranno le condizioni» quello che Enrico Letta, ricevuto ieri l'incarico pieno da Giorgio Napolitano, vuole formare. Dellai: "Che senso avrebbe applaudire il Presidente Napolitano se poi si pongono pregiudiziali sul governo? Noi non ne poniamo e pensiamo che si debba partire sulle posizioni di tutti e non fare di ogni questione un pregiudizio altrimenti è come cercare un pretesto per andare al voto" Letta, amico del Trentino (Patruno) Il sito personale di LettaLetta benedice il progetto di Dellai 

enrico letta

ROMA - Né di scopo, né del presidente, né delle larghe intese. Sarà «un governo di servizio al Paese» e «non nascerà a tutti i costi, ma solo se ce ne saranno le condizioni» quello che Enrico Letta, ricevuto ieri l'incarico pieno da Giorgio Napolitano, vuole formare. E il giovane premier incaricato, che scioglierà la riserva dopo le consultazioni ufficiali di oggi, ha già chiaro quali massi rischino di bloccare l'ingranaggio di un esecutivo fatto insieme, loro malgrado, dalla destra e dalla sinistra.
Prima ancora che fosse ufficiale l'incarico a Letta, il Pdl ha infatti piantato i suoi paletti: subito un governo vero, serio, politico, se no meglio il voto, ha esordito al mattino Angelino Alfano (vicepremier in pectore, insieme a Mario Mauro di Scelta Civica).
E nelle prime trattative informali, Silvio Berlusconi ha calato sul tavolo i suoi assi: il ministero della Giustizia al Pdl, no alla conferma della Cancellieri al Viminale, nero su bianco la restituzione dell'Imu sulla prima casa, nessun veto sui nomi scelti dal Cavaliere (Schifani, Brunetta, Gelmini, Cicchitto, Romani). «O ci saranno i nostri dieci punti programmatici o diremo che questo governo non fa per noi», dice Brunetta.
«Siamo in terra incognita, passo passo si capiscono modalità e obiettivi. Ma sono fiducioso. Il primo pomeriggio di lavoro mi conferma tutta la grande difficoltà, ma sono talmente tanti gli incoraggiamenti che ne traggo uno spirito molto rinfrancato», si trincera a sera dietro un cauto ottimismo Letta, che conta di salire al Quirinale entro domenica con una squadra sul solco di Monti (18 ministri) e di ottenere la fiducia delle Camere lunedì.
Intanto il Pd deve intanto fare i conti con i suoi mal di pancia, sciogliere nodi che ancora ci sono, decidere sul grado di coinvolgimento nel governo con il «giaguaro». Il rischio di una nuova frattura a sinistra per l'accordo con Berlusconi c'è. Per questo Letta riunisce senza ufficialità i big del partito, a partire dal segretario dimissionario Pier Luigi Bersani, che ha accolto con un «bene, benissimo» l'incarico al suo ormai ex vicesegretario. «Non è uscita una maggioranza, sono passati 60 giorni, il Paese ha bisogno di un governo», ricorda a tutti Letta, che al Quirinale ieri mattina è arrivato nella massima sobrietà.
«Io ce la metterò tutta» assicura Letta, classe 1966, appoggiato con forza da Giorgio Napolitano che confida nel successo del suo «pupillo». Se Letta fallisse ci sono non solo le elezioni, ma le possibili dimissioni del riconfermato Presidente della Repubblica. Il Pdl non darà infatti stavolta appoggio a un esecutivo che non abbia «il sostegno reale, visibile» dei Democratici («che non ci sia un nuovo caso Marini», alza la voce Alfano) e vuole in pista nomi di peso, non seconde file. Se Quirinale e Palazzo Chigi sono del Pd, Berlusconi (che avrebbe preferito Giuliano Amato, ieri tra i primi a dirsi soddisfatto per la scelta di Letta) considera ora logico chiedere posti di peso al governo. E storce il naso sulla presenza di Mario Monti e sulle molte riconferme ipotizzate per i suoi ministri (Cancellieri, Riccardi, Moavero).
La Lega riflette se accendere il semaforo verde: è Gian Giacomo Stucchi a dirsi soddisfatto per la scelta «anche perché l'incarico non è stato dato ad Amato. Domani (oggi, ndr) faremo le nostre proposte sui provvedimenti che il Nord si attende e vedremo che ci dirà Letta». Scelta Civica è invece pronta già da tempo: «Da parte nostra - dice Andrea Olivero - la disponibilità è piena. Non ce la sentiamo di dare indicazioni e ascolteremo la proposta sulla tipologia di governo da fare».
Mentre il Movimento 5 Stelle affonda, con Beppe Grillo: «A Roma si stanno dividendo le ossa e le poltrone della Seconda Repubblica. Nel frattempo l'economia non aspetta». Ma oggi Crimi e Lombardi andranno alle consultazioni, anche se solo per ribadire che M5S starà all'opposizione, sia pure seria e responsabile, valutando provvedimento per provvedimento. Ciò che si accinge a fare anche Sel, con Nichi Vendola che fa gli auguri a Letta e respinge le accuse di tradimento che arrivano dalle fila del Pd. «Traditori noi? Dal Pd cinismo fino all'indecenza».

 

IL PENSIERO DI DELLAI

 

 "Noi abbiamo detto fin dall'inizio a Napolitano che saremmo stati disponibili a sostenere il governo, Letta merita fiducia e un augurio. La speranza è che i toni del dibattito politico di queste ore non comprometta questo tentativo. Che senso avrebbe altrimenti applaudire il Presidente Napolitano se poi si pongono pregiudiziali sul governo? Noi non ne poniamo e pensiamo che si debba partire sulle posizioni di tutti e non fare di ogni questione un pregiudizio altrimenti è come cercare un pretesto per andare al voto". È quanto affermato a Tgcom24 da Lorenzo Dellai (Scelta Civica).

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