Addio Internet veloce in tutte le case
La Provincia rinuncia al progetto di portare la fibra ottica in almeno 150.000 case trentine (il 60%), che aveva avviato nel 2011 con la costituzione della società pubblico-privata «Trentino Ngn», insieme a Telecom e altri soci minori. Ieri la giunta provinciale ha infatti deciso di uscire dalla società, nella quale aveva investito 50 milioni di euro a questo scopo, a fronte dell'impossibilità di procedere con il progetto per l'avvio da parte della Commissione europea, nel luglio 2012, di un'indagine su «Ngn» per violazione delle norme sulla concorrenza e gli aiuti di Stato
La Provincia rinuncia al progetto di portare la fibra ottica in almeno 150.000 case trentine (il 60%), che aveva avviato nel 2011 con la costituzione della società pubblico-privata «Trentino Ngn», insieme a Telecom e altri soci minori.
Ieri la giunta provinciale ha infatti deciso di uscire dalla società, nella quale aveva investito 50 milioni di euro a questo scopo, a fronte dell'impossibilità di procedere con il progetto per l'avvio da parte della Commissione europea, nel luglio 2012, di un'indagine su «Ngn» per violazione delle norme sulla concorrenza e gli aiuti di Stato.
Ieri, in conferenza stampa, il governatore Ugo Rossi non ha detto che la rinuncia si deve al fatto che ci si aspetta un esito sfavorevole dell'indagine Ue; ha solo spiegato che le cose stanno andando un po' troppo per le lunghe e la Provincia non vuole attendere oltre, tenendo congelato il progetto, ma preferisce «utilizzare quei soldi per un'altra soluzione che favorisce comunque lo sviluppo digitale in Trentino».
«È una soluzione - spiega il dirigente generale Sergio Bettotti - che prevede di portare entro tre anni una velocità di navigazione dai 30 ai 50 megabit per secondo in tutto il territorio provinciale adeguando i 1.030 "armadi di strada"».
La Provincia non realizzerà più dunque l'«ultimo miglio» per portare la fibra ottica nelle case, ma creerà le condizioni perché possano farlo in futuro gli operatori privati, in concorrenza tra loro, come richiede l'Antitrust - che pure aveva censurato la società della Provincia con Telecom - e superando i rilievi della Commissione europea. Ma poiché è già prevedibile che ci sarà ben scarso interesse da parte di società private a portare la fibra ottica nelle zone meno popolate e più disagiate del Trentino, il presidente Rossi ieri ha detto che: «Ci riserviamo ulteriori investimenti pubblici in questa direzione per supplire al mercato».
Nell'ottica di proseguire nello sforzo di favorire lo sviluppo del territorio garantendo sempre maggiore competitività alle imprese trentine, la Provincia, in collaborazione con Trentino Network, proseguirà invece come previsto nell'azione di cablatura in fibra ottica di tutti i distretti industriali trentini.
Lo sviluppo tecnologico del territorio provinciale è uno degli obiettivi principali della Provincia, che intende proseguire nel raggiungimento degli obiettivi previsti dall'Agenda Digitale Europea 2020, tra i quali rientra il collegamento di tutti gli utenti con almeno 30 megabit per secondo nel 2020.
La decisione della Provincia di uscire dalla società, ritirando la sua quota (il 52,2% del capitale), rientra nelle facoltà previste dal patto para-sociale siglato fra i soci - ha spiegato Bettotti - nell'eventualità appunto che entro la fine del 2013 non ci fosse stata ancora una conclusione dell'indagine della Commissione europea per violazione delle norme sulla concorrenza. La Commissione si era mossa nel 2012 su esposto di società concorrenti di Telecom, tra cui Wind e Fastweb.
Già a febbraio del 2011 l'allora presidente del consiglio provinciale Gianni Kessler (Pd) aveva presentato una interrogazione in cui paventava vantaggi per il socio privato Telecom, ex monopolista telefonico.
Trentino Ngn srl è stata costituita dalla Provincia (52,2%) con Telecom con il 41,1%, a cui si aggiungono con una piccola quota dell'1,6% MCLink e infine Finanziaria Trentina che ha il 5,2%.