Il ritorno di Dellai? La sua ombra su Rossi
L'ombra di Lorenzo Dellai sul presidente Ugo Rossi. L'ex governatore è molto attivo sul territorio come ai vecchi tempi e l'altro giorno ha criticato il suo successore sul «calo» di attenzione nei confronti del mondo della ricerca. Ci sono motivi sufficienti per creare nervosismo nel Patt, con il deputato Mauro Ottobre che dice: «Dellai è pronto a tornare». Intanto gli autonomisti insistono su Andrea Berti, direttore del Codipra, come presidente della Fondazione Mach di San Michele, che dovrà avere «un ruolo di promozione dei prodotti trentini»
Non dovrebbe sorprendere troppo nell'epoca in cui ci ritroviamo con due papi - un Papa in carica e l'altro emerito - che il Trentino stia vivendo la strana situazione di un nuovo presidente della Provincia, Ugo Rossi, che a un anno dall'elezione non riesce a togliersi dalle spalle l'ombra del suo predecessore, Lorenzo Dellai. Anzi, più passa il tempo e sulla strada del governatore in carica si presentano difficoltà, ostacoli o imprevisti, che non riesce a superare con la prontezza promessa o sui quali inciampa, più si allarga quest'ombra, che segue inesorabile ogni passo del presidente autonomista.
E in casa Patt ci si comincia a preoccupare. La settimana scorsa in una riunione tra il segretario e senatore Franco Panizza, i consiglieri provinciali e l'onorevole Mauro Ottobre, quest'ultimo ha messo in guardia i colleghi di partito: «Guardate che Dellai si sta già muovendo sul territorio. È pronto a tornare e molti cominciano a dire che era meglio quando c'era lui, perché questa giunta non funziona, non sta dando risposte ai cittadini. Gli assessori ci mettono mesi anche solo a concedere un incontro e spesso dobbiamo farci carico noi da Roma delle richieste per supplire a questo».
Ma soprattutto, quando Dellai va in giro nelle valli trentine e le persone che lo incontrano si lamentano con lui di Rossi, certo non si prende la briga di difendere il nuovo governatore. C'è chi dice anzi che non perda occasione per rimarcarne le debolezze o criticarne la messa in discussione dei suoi lasciti. Difficile pensare che gli dispiaccia che ci sia chi lo rimpiange, soprattutto considerato che non è certo soddisfatto della sua esperienza romana come deputato di un partito che non esiste più. Ma che stia veramente puntando a tornare a fare il Principe del Trentino, posto che ha lasciato a malincuore, per ora è più una paura di chi ancora lo teme, che una ipotesi concreta.
Di certo, comunque, l'ex governatore non se ne sta in disparte. La presa di posizione così dura e plateale, con l'intervista di ieri all' Adige , in dissenso con la scelta di Rossi di rimpiazzare Francesco Salamini alla guida della Fondazione Mach, ha fatto venire allo scoperto un rapporto non sereno e di reciproca diffidenza nei confronti di Rossi, che fino ad ora era rimasto sottotraccia.
Ma a guardare bene non è la prima volta che Dellai critica il suo ex assessore. Lo ha fatto anche sulla gestione della vicenda dell'orsa Daniza, che tanto clamore mediatico ha suscitato, mettendo il dito nella piaga, rimarcando le prime «dichiarazioni più o meno infelici» dei membri della giunta.
E di nuovo Dellai ha criticato Rossi anche sui contenuti del recente patto firmato con il governo in particolare il fatto che non sia stato fissato un criterio oggettivo in base al quale determinare la quota del concorso finanziario. Fino ad ora Rossi non ha mai risposto a muso duro agli attacchi del suo ex presidente se non nel merito. Ieri lo ha fatto su Salamini, rispedendo al mittente le accuse e ha aggiunto: «Per fortuna c'è libertà di opinione e quindi ha espresso opinioni. Peccato che non sapesse come sono andate le cose». Nei giorni scorsi ha risposto difendendo il patto con Roma e sottolineando come il criterio oggettivo che voleva Dellai, quello del «residuo fiscale», sarebbe costato ancora di più per circa 500 milioni al Trentino. Una cosa è certa, comunque, questa «convivenza» comincia a pesare.