Corso di caccia al cinghiale su richiesta dei cacciatori
Una folta rappresentanza di cacciatori si è riunita domenica scorsa al Centro Valnigra di Villazzano per l’annuale assemblea generale dell’Unione Cacciatori Trentini, l’associazione venatoria (con sede a Villazzano ma che comprende tutto il territorio provinciale) nata qualche anno fa da una costola dell’egemone Act (Associazione Cacciatori Trentini). Il presidente Fiorello Segata ha relazionato i presenti sull’attività svolta nel 2017 nonché dell’ambizioso programma, poi approvato all’unanimità, che il direttivo si è posto per il 2018.
In primo luogo è stato sottolineato come stia dando i suoi frutti il nuovo sodalizio con l’Associazione Cacciatori Bellunesi (ACB) che ha permesso anche ai cacciatori trentini aderenti all’Uct di disporre di una rivista di settore, un sito Internet, la possibilità di avere un’ampia scelta assicurativa, un’importante consulenza legale ed un grande supporto ad eventuali iniziative locali.
Su richieste di molti cacciatori è stato inoltre organizzato, tramite l’appoggio della Provincia e della Federcaccia di Brescia, un corso riconosciuto ISPRA per il conseguimento dell’abilitazione alla caccia al cinghiale valevole in tutta Italia: «Sono già molte le candidature pervenute - ha evidenziato Segata nella sua relazione - anche di non soci che potranno comunque beneficiare di quest’iniziativa. Nelle prossime settimane saranno anche organizzate «serate a tema» ed incontri nelle valli, analogamente a quelle già svolte a Storo e in Val di Ledro che hanno destato notevole interesse. Incontri e serate per portare cultura, istruzione e supporto tecnico al singolo cacciatore ...».
Oltre ai punti all’ordine del giorno nel corso del dibattito sono stati trattati alcuni problemi che da anni attendono una soluzione. In primo luogo il «diritto di voto», che incomprensibilmente impedisce ai rappresentanti dell’Uct di votare nelle assemblee delle Sezioni Comunali per il rinnovo quinquennale delle cariche. E poi il continuo aumento dei costi della caccia in provincia di Trento che rischiano di diventare insostenibili per una platea di cacciatori in costante diminuzione. «Sarebbe interessante - ha sostenuto il Presidente - fare un confronto tra dati generali, estensione territoriale complessiva, assegnazioni annuali complessive indipendentemente dal numero di cacciatori e delle riserve comunali: se pago di più dovrò avere di più? semplice regola di mercato ...».
L’Unione Cacciatori del Trentino - secondo la Presidenza - ha posto quindi «solide basi per essere protagonista nel futuro della caccia in Trentino a salvaguardia degli usi, costumi e tradizioni locali».