Solidarietà, ritorna in pista la rete di "Trento si aiuta"
È in aumento in numero di telefonate in arrivo al Servizio attività sociali del Comune. È in aumento perché il bisogno di aiuto sta crescendo.
«E c'è anche chi telefona dicendo che per ora ce la fa, ma è preoccupato per quelli che gli potrà succedere» spiega Chiara Maule , nuova assessora alla politiche sociali del Comune di Trento. La decisione presa è quella di riattivare la macchina "Trento si aiuta" che in primavera ha dato una risposta preziosa a centinaia di famiglie, attraverso il coinvolgimento di centinaia di volontari. Tra questi anche molti giovani, che si sono messi in gioco nel supportare famiglie colpite da Covid, costrette alla quarantena, e messe in gravi difficoltà economiche dal lockdown. «Il fatto che tanti giovani si siano messi a disposizione è un bel segnale» dice Giorgio Casagranda , presidente di Trentino Solidale e del Centro servizi volontariato. E il sindaco Franco Ianeselli aggiunge: «Questa iniziativa testimonia il carattere di comunità solidale della nostra città, che ogni giorno cura e si cura. Abbiamo chiesto ai giovani responsabilità e rispetto delle regole nella movida, per evitare assembramenti. Riconosciamo che sono questi giovani ad avere dato una eccezionale prova di altruismo». "Trento si aiuta", ricorda l'assessora Maule, nei mesi primaverili della prima ondata della pandemia, ha sostenuto 800 famiglie.
Le quattro realtà protagoniste, veicolo del coinvolgimento di un gran numero di volontari, sono Trentino Solidale, Caritas diocesana, Ana Trento e Banco Alimentare. Il valore, viene spiegato nell'illustrare la riattivazione di "Trento si aiuta", sta nel fatto che ambiti associativi che di norma operano ciascuno per conto suo, con una propria modalità di intervento, sono riusciti a mettersi in rete, coordinando prodotti, mezzi, persone e, appunto, a mobilitare tanti giovani volontari. Adesso, visto quanto si profila all'orizzonte con il ritorno dell'emergenza e forte dell'esperienza maturata nel lockdown primaverile, il Comune vuole giocare d'anticipo. «La rete che si è creata» dice Chiara Maule «si è rivelata una strategia vincente per avere un intervento pervasivo sul territorio, in aiuto delle persone che non potevano muoversi. L'obiettivo è creare un osservatorio pubblico-privato, con la regia del Comune, in coordinamento con le iniziative della Provincia, in previsione dei mesi difficili che avremo davanti. La prima preoccupazione riguarda il lavoro, ha perso o ha il timore di perdere reddito per sostenere la famiglia».