Ogni sabato a Trento il «Caffé delle Donne»: racconti, ricette, inclusione per italiane, straniere e senza tetto
Si tiene in passaggio Osele, al Café de la Paix, inserito nel progeto di «Portineria sociale» ed animato dal Gioco degli Specchi e da tante realtà del volontariato
TRENTO. Sole, grazia, fiore, bellezza, luminosa. Dire il proprio nome quando incontri una persona che non conosci è la prima regola che impari da bambina, dirlo da adulta e sapere il significato dei nomi degli altri porta nuovi sapori e consapevolezze. Nello scambio reciproco, avvicina alla comprensione del mondo altrui. Se poi hai la possibilità di parlare per due ore di ciò che ti sta a cuore, in un ambiente bello e accogliente come il primo piano del Cafè de la Paix, in via Passaggio Teatro Osele, 8, a Trento, il commento più gratificante è racchiuso nel sentirsi dire "è stato bello perché non ho pensato ad altro".
Un pensiero che dà l'idea del coinvolgimento e del piacere di stare insieme, conoscersi, condividere idee e già sabato 23 ottobre, al primo incontro del Caffè delle donne si avvertiva una sensazione di familiarità, emersa anche dalle parole postate da Il Gioco degli Specchi sulla sua pagina facebook: "Ci siamo conosciute, abbiamo deciso insieme quali saranno gli argomenti su cui ci confronteremo nelle prossime settimane", mentre alcune volontarie garantivano il servizio di babysitting e aiuto compiti.
Partendo dai nomi delle donne che hanno partecipato ai primi incontri, è iniziato molto bene il nuovo progetto ideato dall'associazione Il Gioco degli Specchi in collaborazione con CIF-Centro italiano femminile di Trento, Casa tridentina della giovane e Amici senza tetto, e finanziato dal Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali e dalla Provincia Autonoma di Trento: ogni sabato, dalle 10 alle 12, fino a giugno, donne italiane e straniere potranno incontrarsi nel centro storico di Trento e parlare degli argomenti scelti da loro stesse, e le proposte di cose da fare insieme sono fioccate.
Condividere ricette, modi di dire, canzoni, racconti. Scoprire come ci si trucca in altri Paesi del mondo e le varie tecniche per decorare le mani, ma anche fare una visita guidata della città, scambiarsi informazioni sui servizi territoriali e sulla scuola, imparando l'italiano come "lingua vissuta". Tra le tante idee, anche quella di creare una bacheca dove ogni partecipante possa mettere e trovare informazioni in varie lingue, rendendo il Caffè de la Paix un vero punto di riferimento per chi frequenta la Casa della Giovane e Casa Paola, dormitorio per senza fissa dimora femminile.
L'iniziativa - iscrizioni: 328.1558771, info@ilgiocodeglispecchi.org - ha trovato l'immediata accoglienza dell'Associazione Dulcamara che gestisce da quattro anni il Cafè di Passaggio Osele. "Questo sarà uno spazio informale, inclusivo, dinamico, aperto a donne di ogni provenienza ed età, e da costruire insieme con il contributo di tutte - ci ha confermato la "padrona di casa" Giulia Cutello -. L'obiettivo è generare buoni rapporti di vicinato e far fronte a situazioni di difficoltà acuite dalla pandemia, migliorando l'offerta socio-culturale e la vivibilità della zona". La scelta del luogo non è stata casuale: Passaggio Osele e il circolo Café de la paix, sono, infatti, al centro di una nuova progettualità - la Portineria de la Paix - che si pone l'obiettivo di rigenerare il tessuto sociale e promuovere nuove forme di cittadinanza attiva e cura.
Le prime partecipanti, Nasima, Aktar, e Nilima (Bangladesh), Rim (Tunisia) e Susanna (Pakistan), sono state subito coinvolte dall'atmosfera familiare creata da Cecilia Muscatella (Il Gioco degli Specchi) e Veronica Gasperetti (Cif, al n.5 di Passaggio Osele), mentre al piano terra figlie e figlie hanno trovato volontarie pronte a giocare con loro e aiutarli a fare i compiti. Tra di loro Kety di Mattarello, 17 anni, di origine brasiliana, istruttrice di judo per bambini dai 5 ai 10 anni con l'Associazione sportiva Judo San di Madonna Bianca, e quattro studentesse al secondo anno della Facoltà di Giurisprudenza provenienti da fuori provincia.
Gaia (Puglia), Cecilia (Bassano del Grappa), Silvia (Roma), Zosima (Sicilia) hanno scelto questa attività attraverso il progetto SuXr dell'Ateneo trentino, che avvicina gli universitari al mondo del volontariato: "L'anno scorso abbiamo seguito tutti gli incontri del percorso di formazione online, da novembre ad aprile, per noi è importante poter aiutare donne e madri con figli piccoli". E c'è anche chi, come Rebecca, operatrice sociale che sta svolgendo l'anno di servizio civile, ha deciso di "venire a vedere per capire come posso dare una mano, facendo passaparola nella mia associazione".
L'attività del Caffè è prevista nell'ambito del progetto del Gioco degli specchi "Andrà tutto bene? Azioni e buone pratiche per ripartire dal territorio", ed è una risposta concreta a quanto indicato dal "Piano d'azione per l'integrazione e l'inclusione 2021-2027" della Commissione Europea: "La combinazione della formazione linguistica con misure di accompagnamento come la custodia dei bambini si è dimostrata particolarmente efficace nel migliorare l'accesso alla formazione linguistica e i relativi risultati".
Si propone inoltre come azione di contrasto degli effetti della pandemia che ha amplificato le disparità esistenti, evidenziando quanto il lavoro domestico e di cura dei figli ricadano principalmente sulle donne e considerando quanto abbia inciso negativamente sul raggiungimento della "gender equality", tra gli obiettivi dell'Agenda 2030, come evidenziato dal report "The Impact of Covid-19 on Women" pubblicato dalle Nazioni Unite.