La Lega preme per lo sgombero del centro sociale Bruno. Zannini (Sinistra): "È un polmone di attività culturali, il Comune lo difenda"
Il consigliere provinciale Moranduzzo chiede alla giunta di liberare l'immobile di Piedicastello «abusivamente occupato», il vicepresidente Tonina lo rassicura: Patrimonio del Trentino si è mossa inviando una segnalazione alle autorità per rientrarne in possesso. I locali sono utilizzati da dieci anni dagli attivisti, che hanno anche sistemato l'edificio
IL FATTO Il Bruno «sfrattato» dalla Provincia, la replica: qui dieci anni di lavoro
LA STORIA Nel 2006 la nascita del centro nella prima sede di via Dogana
TRENTO. Il Centro sociale Bruno è stato sfrattato nel giugno del 2019 per conto della Provincia da Patrimonio del Trentino, dopo che un anno prima era scaduto il contratto che affidava in comodato d'uso i tre piani dell'edificio in Lungadige San Nicolò al collettivo che gestisce il centro. Ma i giovani del collettivo continuano da allora a svolgere le loro numerose attività politiche e sociali nell'immobile pubblico, che hanno provveduto - nel frattempo - anche a sistemare.
A tre anni di distanza, ieri la questione dell'occupazione abusiva è stata sollevata in consiglio provinciale dal consigliere leghista Devid Moranduzzo con una interrogazione in cui ha chiesto alla giunta provinciale se intende procedere «allo sgombero dell'immobile abusivamente occupato per destinare l'edificio alla finalità sociale impellente di ospitare i senzatetto che manifestino interesse».
Il vicepresidente della Provincia, Mario Tonina, ha risposto che Patrimonio del Trentino «dopo aver chiesto senza riscontro agli occupanti di liberare il caseggiato, si è mossa inviando una segnalazione alle autorità e alle forze dell'ordine per rientrarne in possesso. La scelta di come utilizzarlo verrà fatta successivamente».
Sul tema interviene questa mattina, 30 novembre, l'esponente di Sinistra italiana ed ex consigliere comunale Jacopo Zannini: "Da ieri il Centro Sociale Bruno è sotto attacco. Sono partite diverse richieste di sgombero da alcuni esponenti della destra dopo che non è stato rinnovato il comodato d'uso gratuito dello spazio di proprietà di Trentino Patrimonio.
Chi auspica lo sgombero del Bruno non conosce o fa finta di non conoscere la storia e il presente di questo spazio sociale che da più di un decennio è un polmone di attività culturali, sociali e solidali.
Il Bruno in questi sedici anni di attività è cambiato assieme alla città stessa, qualche volta ne ha saputo interpretare i sogni e altre volte ha fatto da coscienza critica. Sarebbe auspicabile uno sforzo da parte del Comune di Trento per tutelare questa esperienza e per potenziarla, anche in vista dei cambiamenti urbanistici che ci saranno in Destra Adige.
Al contrario sgomberare il centro sociale metterebbe fine a importanti realtà di volontariato come la cicloffocina Ciclostile, la scuola di italiano Libera la Parola e tanti altri progetti che sono animati da quella parte della città, che desidera alzare l'asticella dell'inclusione e dei diritti", conclude Zannini.