Coppola (Verdi): a Trento ancora tanti senzatetto costretti al freddo per strada
La consigliera provinciale rilancia l'allarme: "Si tratta di una situazione che, con la neve, può trasformarsi in tragedia. Il gelo ha trovato sotto i ponti, per strada e persino sotto il palazzo della Regione persone indifese"
TRENTO. Nuovo allarme per le condizioni a rischio dei senzatetto a Trento.
"Purtroppo ancora tante persone (circa 300) vivono per strada e sotto i ponti dell'Adige. Le istituzioni e la politica devono dare una risposta definitiva senza delegare agli enormi sforzi del volontariato: non è pensabile che il Comune di Trento e la Provincia non riescano a far fronte a questa situazione che, in presenza della neve e del freddo, può trasformarsi in tragedia".
Lo scrive la consigliere provinciale Lucia Coppola (Verdi), in seguito alle prime precipitazioni nevose sulla città di Trento. "In questi anni ho segnalato, scritto, interrogato praticamente tutti, curia compresa, ma senza vedere risultati. E puntualmente il gelo ha trovato sotto i ponti, per strada e persino sotto il Palazzo della Regione persone indifese che rischiano di non farcela", ha scritto Coppola.
"Da tanto, troppo tempo - aggiunge l'esponente ecologista - si discute di come trovare un rifugio per tutti i senza fissa dimora che vivono ai margini della nostra società. Ma purtroppo ancora tante persone (circa 300) vivono per strada e sotto i ponti dell’Adige. Nell'immaginario comune sono coloro che hanno scelto una vita libera, lontana dagli schemi che la società ci impone, o fannulloni che non hanno voglia di fare nulla e si accontentano di vivere alla giornata. Ma purtroppo non è così.
Dobbiamo fare i conti con le nuove povertà, con chi ha perduto nel corso del tempo legami sociali significativi, che si trovano in precarie condizioni materiali di esistenza e che hanno abbandonato l'uso prevalente dell'abitazione. Persone che probabilmente fino a qualche tempo prima avevano una vita regolare ma che a un certo punto della loro esistenza sono incorsi in eventi, rotture, accadimenti tragici che hanno innescato un circuito spesso senza ritorno.
Poi ci sono persone che diventano senza dimora a causa di fragilità psichiatriche; troviamo tra loro anziani abbandonati, giovani disadattati, depressi, alcolisti, immigrati con difficoltà a trovare un'abitazione anche se hanno un lavoro Ma nessuno in una società civile deve rimanere ai margini. Ogni persona ha il diritto di avere una casa e un tetto sotto il quale rifugiarsi. Le istituzioni e la politica devono dare una risposta definitiva senza delegare agli enormi sforzi del volontariato, spesso impotenti per quanto riguarda il reperimento delle strutture e dei fondi per farle funzionare, soluzioni per lo più estemporanee. Dobbiamo passare da soluzioni tampone a piani reali e strutturati.
C'è qualcuno che vuole assumersi le responsabilità che gli competono? Non è pensabile che il Comune di Trento e la Provincia non riescano a far fronte a questa situazione che, in presenza della neve e del freddo, può trasformarsi in tragedia. Cosa aspettano ad agire con tempestività? In questi anni ho segnalato, scritto, interrogato praticamente tutti, Curia compresa, ma senza vedere risultati.
E puntualmente il gelo ha trovato sotto i ponti, per strada e persino sotto il palazzo della Regione persone indifese che rischiano di non farcela. Davvero basta! Questa inettitudine e la delega ai volontari e alla carità di persone generose deve finire. Facciamo passare un Natale al caldo e con generi di conforto a questi esseri umani! Non ci sono più scusanti a una tale insensibilità".