L'ultima corsa di Bruno D'Incà E' stato un pioniere dell'atletica

Il mondo dello sport roveretano, in particolare dell’atletica e della Quercia, ha perso ieri uno dei suoi personaggi storici. Dopo una lunga malattia si è spento Bruno D’Incà (nella foto a sinistra assieme al suo miglior allievo Aldo Tomasini), 78 anni, che è stato un pioniere della corsa, quando questa attività era praticata da poche persone e da pochissimi giovani.

Avviato all’atletica da Ezio Tomasi, grande animatore e allenatore dell’U.S. Quercia nei tempi pionieristici, quando a Rovereto non esisteva ancora lo stadio, Bruno ha costruito con passione e dedizione esemplare la sua carriera sportiva nel mezzofondo. Pur non particolarmente dotato è riuscito a diventare il miglior atleta del Trentino Alto Adige negli 800 e nei 1500 metri, stabilendo anche a metà degli anni Sessanta i record regionali. Il suo rammarico era quello di non essere riuscito a conquistare la maglia azzurra, pur essendo stato convocato più volte in raduni di allenamento della Nazionale in Italia ed anche all’estero. Ma la sua passione per l’atletica lo ha accompagnato durante tutta la sua vita e nella fase conclusiva della sua lunghissima carriera di atleta, D’Incà ha imboccato con grande entusiasmo l’attività di tecnico. Ha scoperto e plasmato il talento di atleti come Aldo Tomasini (campione del mondo juniores di corsa campestre) e della sorella Cristina, pluriprimatista e campionessa italiana.

Sotto la sua guida hanno ottenuto risultati di valore anche Marino Scudiero, Massimo Gatti, Mauro Bianchi, i fratelli Valduga e tanti altri che hanno potuto vivere l’affascinante esperienza dell’atletica. L’impegno e la passione di Bruno D’Incà resteranno come esempio nel ricordo di quanti lo hanno conosciuto. Buona corsa, Bruno.

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