Il Mori Santo Stefano dice addio alla sua bandiera: oggi i funerali di «Osvi» Bettini
Un vulcano di energia, sempre a disposizione per la squadra e soprattutto per le giovanili. Zoller: «Io auguro a tutti i bambini di poter trovare un dirigente come lui»
MORI. «Generoso, fantastico, speciale, unico». Basta scorrere i tantissimi messaggi comparsi sulla pagina Facebook del Mori Santo Stefano per capire il grande vuoto che lascia Osvaldo Bettini nell'associazionismo della borgata. Un vulcano di energia, entusiasmo e positività che, da ben 43 anni, animava il sodalizio di via Lomba. Nei momenti felici e vittoria, ma soprattutto in quelli più complicati e tristi. Dirigenti, anzi uomini, come lui andrebbero clonati per garantire ai giovani un ambiente sincero e pulito in cui crescere, senza badare troppo ai risultati.
Per «Osvi», come lo chiamavano i ragazzi del vivaio, erano tutti uguali e per tutti c'era un incitamento speciale, dal calciatore più piccino che calcava il prato per la prima volta agli adulti che coccolava ancora come bimbi. Perché li aveva visti maturare come atleti e uomini, giorno dopo giorno. In poco più di un mese la malattia se l'è portato via a 74 anni, ma nel cuore della società gialloneroverde restano infiniti ricordi legati a trasferte, tornei e serate in compagnia fra immancabili cori, prese per i fondelli e la consueta piroetta al momento del congedo. Il suo impegno, dal 1978 nelle fila del Santo Stefano, è stato ininterrotto e, dopo aver terminato il suo percorso lavorativo, lo stadio Comunale era diventata una seconda casa. Sempre pronto a stilare una distinta, impugnare la bandierina, esultare per una rete e, naturalmente, esclamare il suo inconfondibile «Forza Mori!».
Un dolore profondo per le figlie Silvia e Lucia, la cara Mara, i cognati, i nipoti e gli amici più stretti che sono stati al suo fianco fino alla fine. «In luglio ci siamo visti l'ultima volta per una cena con la dirigenza, - racconta commosso il presidente Luigi Bertolini - poi le sue condizioni si sono aggravate in breve tempo. Nei miei otto anni di presidenza è stata una persona fondamentale, perché con una telefonata si metteva in moto e sapeva risolvere ogni problema. Un 2021 da incubo per la nostra realtà che, in febbraio, ha dovuto salutare un altro dirigente storico come Fabiano Vaccari. Osvaldo se n'è andato col Mori nel cuore e mancherà davvero tanto. Oggi, in segno di lutto, ci è sembrato giusto annullare gli allenamenti e tenere chiuso il centro sportivo. I ragazzi di oggi pensano, anzi pretendono, di trovare tutto pronto e purtroppo dirigenti con queste caratteristiche umane, e questo attaccamento alla maglia, sono sempre più rari. Osvi era energia allo stato puro e la sua storia resta un esempio per chi si abbatte alla prima difficoltà».
Bettini, una vita nel mondo della tipografia prima della pensione, aveva saputo reagire alla dolorosa scomparsa di due mogli con quella voglia di vivere ogni giorno col sorriso e la spensieratezza di un ragazzo. Domenica mattina la notizia della sua morte ha trafitto il cuore di staff, atleti e tifosi in partenza per la trasferta sul campo del Bozner, perché Osvaldo non si sarebbe mai perso la prima gara stagionale. «Avevamo un rapporto profondo. - rivela il tecnico Davide Zoller - Eravamo molto legati, ma voleva un bene incondizionato a tutto lo staff e ad ogni giocatore. Dopo tanti anni nel settore giovanile, nel 2018 lo avevamo convinto a seguire la prima squadra. Un'avventura che ha intrapreso con un'energia contagiosa. Spesso diceva: "State calmi, che abbiamo il miglior allenatore di tutti". Lo diceva per ridere. Io, seriamente, auguro ad ogni bambino che si avvicina al calcio di trovare un dirigente che mette gli altri al centro di ogni cosa come Osvaldo. Grazie!». I funerali si terranno questo pomeriggio, alle ore 15, partendo dalla Chiesa Arcipretale di Mori.