L'Arsenio Lupin delle lavanderie: dopo un’ottantina di colpi in Veneto e Lombardia ha preso di mira Mori, Rovereto e Villa Lagarina
Il ladro seriale che svuota le gettonerie dei self service è approdato in Trentino. Il bottino è decisamente “low cost”, ma i danni alle strutture sono comunque importanti. C’è chi è stato colpito due volte
ROVERETO. Ormai lo chiamano tutti l'Arsenio Lupin delle lavanderie self service anche se si tratta di una coppia che agisce in proprio o, appunto, a «braccetto». Da un paio d'anni sta compiendo scorribande tra il Veronese, il Mantovano e il Bresciano ma negli ultimi tempi ha ampliato il raggio d'azione colpendo a Rovereto e in Vallagarina.
Per carità, si tratta di furti con bottini «low cost» ma i danni alle cosiddette gettoniere sono ingenti. E, soprattutto, si tratta di una vera e propria razzia, con un centinaio di assalti tra lavatrici e biancheria. Per chiedere giustizia e fermare questo stillicidio si è addirittura costituita un'associazione - con tanto di chat su WhatsApp - con sede a Grezzana: «Sos Lavanderie».
Sono una quarantina gli imprenditori vittime di questi raid ai quali, adesso, si è aggiunta anche Yamila Pedemonte, titolare della «LavaOra» di viale Trento. Ma i mariuoli in questione hanno tentato il blitz - senza fortuna - a Villa Lagarina e a Mori dove sono stati messi in fuga dai proprietari che abitano sopra il negozio.In verità, a metà gennaio - a Castiglione delle Stiviere - l'Arsenio Lupin numero uno era stato individuato e denunciato a piede libero per furto aggravato.
Si tratta di un cittadino originario della Moldova e residente in provincia di Verona (R.O. di 27 anni). Incubo finito, quindi? Giammai! Il complice non ha infatti smesso il mestiere ma ha comunque cambiato zona salendo lungo l'asta dell'Adige fin dove ci si infila il Leno. I filmati che lo riprendono in azione, ovviamente, si sprecano ma il Lupin del bucato è sufficientemente accorto da coprirsi il viso e dare le spalle alle telecamere.
Anche se un po' maldestro lo è visto che, solo di quando in quando, zoppica per poi scordarsene salvo riprendere l'andatura claudicante qualche secondo dopo. E non si scomoda nemmeno a cambiarsi d'abito, indossando sempre lo stesso piumino e gli stessi jeans manco fossero una tuta da lavoro o, per gli amanti dei fumetti, la coperta di Linus.
Insomma, è un ladro seriale che ora bazzica nelle nostre strade puntando agli incassi delle lavanderie quando in attesa dei panni puliti ed asciugati non c'è nessun altro cliente. Più che incassi da sogno, ancorché illeciti, però, quello che infastidisce sono i danni che lascia sul luogo, diciamo così, del delitto. Perché sostituire o riparare le gettoniere o alcune serrature forzate costa. E non sono certo tempi d'oro per i gestori.
«Certo che no! - conferma Yamila Pedemonte della "LavaOra" di viale Trento - Tra le bollette raddoppiate, gli affitti e tutto che cresce dover pagare anche per riparare la cassa sta diventando un esborso insostenibile e si fatica ad andare avanti».Nel suo esercizio il ladro (in realtà i due complici si sono distribuiti i due incarichi alternandosi e, per altro, usando modalità diverse) si è presentato il 4 dicembre («era sabato sera, le 22.30, e probabilmente sapeva di trovare soldi visto che è il giorno più frequentato dai clienti») ed ha agito indisturbato per un quarto d'ora.
«Si è avvicinato alla gettoniera e ha infilato un arnese nella fessura per le banconote estraendole tutte. Qui, in realtà, ha fatto pochi danni ed ha prelevato 450 euro». A fine gennaio, poi, è toccato al complice tentare la sortita ma non di sera, alle 16.50. In questo caso evitando di stancare il braccio tirando fuori dall'armadietto dei soldi un biglietto alla volta ma puntando al retro. «Ha forzato la porta dell'ufficio e, una volta in ufficio, ha rotto il retro della cassa per prelevare il contenuto».
Un'operazione rapida, durata due minuti saltando, ma infruttuosa per il malvivente. «C'erano solo poche monete che, per altro, ha gettato in terra come per dire "non voglio l'elemosina"». Altro denaro, d'altro canto, non poteva trovarne perché Yamila, dopo il primo furto, svuota la cassa tre volte al giorno. E dai filmati risulta che i due Lupin sono gli stessi che hanno passato al setaccio i self service del pulito in Veneto e Lombardia.
«Ho sentito i colleghi e sono tutti esasperati. Specie nel Veronese dove i colpi sono stati tantissimi. Da noi, a parte i due furti da me, hanno tentato a Villa e a Mori ma non sono riusciti a portare via niente. Però la situazione è pesante perché con i costi che si sono gonfiati è dura tirare avanti. Sono stata costretta a ridurre l'orario d'apertura anticipandolo dalle 22 alle 21 per evitare altre visite sgradite ma anche per risparmiare qualcosa sulla bolletta dell'energia elettrica».