Valsugana, addio a Popy Il cane che visse 20 anni
Prima è stato abbandonato, poi al canile e infine la simbiosi con Antonio Cappello
Come disse Friedrich Franz Von Uruh «il cane è l’unico essere vivente che ti ama più di quanto ami se stesso».
Quella che vogliamo raccontare è la storia di Popy che, secondo alcuni veterinari della zona, all’età di 20 anni e mezzo, era il cane più anziano della Bassa Valsugana.
È morto da pochi giorni, unico superstite di una «sfortunata» cucciolata adottata il 1 maggio del 1996 da Antonio Cappello. Lui, per due decenni, ha vissuto ogni giorno con Popy. Erano inseparabili, un rapporto indissolubile.
«Lo prendemmo per regalarlo a mia mamma, da poco in pensione - ci racconta - che aveva appena un mese, finimmo noi di svezzarlo». E, come a volte accade, è il cane che sceglie il suo «padrone» e lui, cosi bello e bianco purissimo con un musetto metà nero e metà bianco, decise di scegliere Antonio come suo «partner» per tutta la vita.
«Per tre anni rimanemmo io e lui soli, poi, per 14 anni, fece parte della mia famiglia con mia moglie Manuela. Aveva un carattere buonissimo, muoveva la coda a tutti e me ce lo portavamo ovunque, dagli amici, al bar, nelle passeggiate tra Borgo, Olle, Sella, Carzano e fuori valle, era diventato una mascotte conosciuta da molti».
Proprio così. Popy e Antonio, esattamente 20 anni e 6 mesi assieme, una intensa amicizia, colma di affetto e di attenzioni.
Popy si metteva a mangiare solo quando c’era il suo padrone, quando lo aveva vicino. Gli anni passano ma anche da vecchietto se la cavava più che bene. «Fino a un anno fa, quando aveva già alle spalle 19 primavera - ricorda Antonio - faceva ancora le sue scarpinate e delle belle mangiatine. Aveva un cuore forte ed era intelligente, ricordava i sentieri in montagna e persino le strade in macchina come un navigatore».
I due, sempre insieme, passeggiavano molto e fino alla fine ha camminato. «L’ultima uscita che abbiamo fatto insieme è stato un bel giro lungo del paese di Borgo ad inizio ottobre. Purtroppo una brutta infezione lo ha minato nell’ultimo mese di vita e la sua voglia di vivere ancora gli aveva fatto superare persino una operazione alla bocca, sembrava stesse meglio aveva ripreso a camminare a mangiare».
Poi un tracollo veloce lo ha portato via il mattino del 1 novembre. «Era in clinica veterinaria da 5 giorni, e poche ore prima di andarsene per sempre, l’ultima volta che lo vidi, mi abbaiò come dire portami a casa, me lo coccolai di carezze disteso sul lettino. Una carezza e poi in braccio alla veterinaria. Durante la notte è spirato. Ora mi aspetta sul ponte dell’arcobaleno - conclude commosso Antonio - dove un giorno passerò a prenderlo per stare di nuovo con lui per sempre. In questi anni passati insieme Popy mi ha insegnato molto, anche a voler bene, non solo agli animali, soprattutto alle persone».
Popy e Antonio, una amicizia. «L’amore tra il cane e l’uomo - scrisse Milan Kundera - è idilliaco. Non conosce conflitti, né scene raccapriccianti, non conosce sviluppi».