Pieve Tesino: guardia chiusa L'assessore Nervo rischia il coma
Rischiare il coma ipoglicemico perché il servizio di continuità assistenziale è a 20 chilometri di distanza
Rischiare il coma ipoglicemico perché il servizio di continuità assistenziale è a 20 chilometri di distanza, che non possono in alcun modo essere coperti in tempi rapidi. Quelli che richiederebbe l'intervento di un medico (o di un infermiere) per somministrare una glucosata, soluzione di glucosio o destrosio per via endovenosa, ad un paziente affetto da diabete di tipo 1. I fatti sono il prodotto della riforma delle guardie mediche perseguita dall'assessore Luca Zeni, fondata sull'accentramento dei servizi essenziali a danno dell'assistenza nella remota periferia.
Lo racconta Lorenzo Nervo , pure lui assessore, ma alle Politiche sociali del Comune di Pieve Tesino: «Sono diabetico dal 2005 e l'intervento della guardia medica ha scongiurato gravi conseguenze, derivanti dalla mia patologia, per ben due volte», afferma. Nei giorni scorsi però, a causa anche di una brutta influenza, ecco ripresentarsi il problema di risolvere in tempo zero i sintomi di una importante crisi ipoglicemica: «In casa con me c'era solo mio figlio di neanche due anni, avevo l'auto in panne, posto che mettersi alla guida fosse stata una decisione saggia, ma in quel momento non sapevo davvero che altro fare.
La guardia medica? Avrebbe impiegato troppo tempo per arrivare da Borgo a Pieve Tesino, ammesso che fosse stata in ambulatorio e non impegnata fuori per visitare altri pazienti. Chiamare il Servizio infermi del Tesino? Certo ma con la sicurezza, che purtroppo non c'è, di avere nell'equipe a bordo un medico o un infermiere per la glucosata. Per mia fortuna quella sera c'era mio fratello che ha potuto accompagnarmi al Pronto soccorso impiegando, in assenza di traffico e senza neve sulla strada, molto più dei venti minuti canonici dell'assessore Luca Zeni in sella alla sua bicicletta».
Tutto è finito bene per fortuna. Anche se la salute delle persone non dovrebbe essere affidata ai numeri della cabala. Ma non è tutto:«Senza guardia medica, il nostro territorio, già depotenziato di strade e servizi, sta patendo una lenta ma inesorabile disaffezione. Molte sono state le chiamate piovute in Comune di persone che decidono di non prendere più in affitto le nostre case in estate», continua Nervo.
Turisti con un target d'età piuttosto alto, spaventati di non potere più avere il necessario supporto assistenziale, in caso di bisogno: «La nostra farmacista, che opera proprio nello stesso edificio dove prima c'era l'ambulatorio del medico di guardia, è subissata di lamentele, sconcerto, richieste di come sia possibile lasciare al proprio destino una popolazione prevalentemente anziana e malata, penalizzata spesso dal non disporre di mezzi propri o di una propria autonomia», conclude l'assessore Nervo.
Una popolazione non certo avvezza all'abitudine di avere le comodità fuori dall'uscio di casa ma abituata a vivere in questa montagna di mezzo, con le sue bellezze e le sue contraddizioni, che la politica ha abbandonato in ogni senso, anche dove dovrebbe esserci la tutela sacrosanta alla cura e alla salute, fino alla morte.