«Danilo è morto facendo ciò che amava» Il dolore di Samone per il 56enne Danilo Mengarda precipitato in Valtellina
«Danilo era una grandissima persona. Ci ha lasciati facendo quello che gli piaceva di più».
La voce di Franco Melchiori, guida alpina di Castel Ivano, quasi si spegne, soffocata dalla commozione.
Lui e Danilo Mengarda - il 56enne di Samone morto giovedì mattina dopo essere precipitato sul Monte Disgrazia, in Lombardia, dove si trovava con due amici trentini - si conoscevano da una vita.
Parenti alla lontana, ma soprattutto accomunati dalla passione per la montagna. «Abbiamo arrampicato e fatto scialpinismo, siamo stati compagni di cordata. Lui andava da sempre in montagna, aveva un gran “motore”, dice.
L’ultima volta si erano incontrati per caso giovedì, a Strigno, al bancomat. Mai avrebbe immaginato che due giorni dopo avrebbe accompagnato la moglie di Danilo, Ileana Coman, per tutti Lilly, a Sondrio, per le meste procedure di rientro della salma.
La morte di Danilo, alpinista esperto e stimato artigiano edile, ha colpito profondamente anche il paese di Samone, dove vive anche la mamma Graziella. «Danilo aveva un anno più di me e ci conoscevamo dai tempi della scuola - evidenzia Enrico Lenzi, ex sindaco di Samone - Lui era un ottimo artigiano edile, molto serio ed apprezzato, un grande lavoratore. Danilo amava la montagna, faceva alpinismo, corsa in montagna, scialpinismo. Il suo cuore batteva in montagna ed era una persona molto esperta e viaggiava davvero come una locomotiva», sottolinea.
Grande il cordoglio in paese. «Danilo era nel gruppo artigiani del paese, una persona davvero apprezzata. Questo evento ha colpito e lacerato una comunità piccola come la nostra. Un sentimento che, questa mattina (ieri ndr), ho portato alla mamma e ad una sorella di Danilo, esprimendo proprio questa condizioni del dolore, che per loro è immensa, ma che ha colpito anche tutti noi, perché lui era una persona solare, che andava d’accordo con tutti. Anche se non era nelle associazioni del paese, c’era sempre con un atteggiamento positivo», conclude Lenzi.
Anche Livio Gecele, ex presidente della Scialpinistica Cima d’Asta e oggi guida della Sat del Tesino, di cui il 56enne era tesserato, ricorda l’entusiasmo di Danilo Mengarda: «Era una delle persone sulla quali, come comitato che io presiedevo, si poteva sempre contare per l’organizzazione della gara. Lui era sempre in prima fila. Danilo era un appassionato di Cima d’Asta, ma non solo. E insieme siamo andati diverse volte ad arrampicare».
«Danilo conosceva molto bene la montagna ed era una persona molto esperta -sottolinea anche Mirco Mezzanotte, alpinista e vicesindaco di Cinte Tesino che con il 56enne scomparso ha condiviso moltissime uscite in montagna - Ma al di là della sua preparazione e delle sue capacità, era davvero una persona buona e molto disponibile. Era un uomo sempre sorridente e molto generoso».
La data del funerale non è stata ancora fissata, visto che la salma deve ancora rientrare da Sondrio. La tragedia è successa giovedì mattina. La cordata trentina affrontava quella che è conosciuta come «la più bella cresta del Monte Disgrazia», tra Valmalenco e Buglio in Monte, il cui picco arriva a quota 3.678 metri. Mengarda sarebbe precipitato quando era sulla cresta.
I compagni avevano dato subito l’allarme e da Bergamo era decollato l’elicottero, che ha portato i tecnici in quota ed effettuato una prima ricognizione dall’alto. Purtroppo, quando i soccorritori hanno raggiunto l’alpinista trentino non c’era nulla da fare: fatali sono state le ferite riportate nella caduta. Non è rimasto altro da fare che recuperare la salma, portata poi all’ospedale di Sondrio.