Ferrovia della Valsugana, Happy Birthday to You: 125 anni da protagonista
Il 26 aprile 1896 il viaggio inaugurale da Trento al confine italiano di Tezze: un'opera favolosa, costruita in soli due anni di lavori
BORGO VALSUGANA. Una storia di fumo (tanto), fischi (quelli delle locomotive) e lacrime. Quelle versate dalle tante famiglie di profughi che, durante la Grande Guerra, salirono sul treno per abbandonare in fretta e furia le loro case. Per raccontare la storia della "carrozza matta", della Ferrovia della Valsugana ci vorrebbero 125 capitoli, dedicandone uno per ogni anno dalla sua costruzione. Lavori che durarono due anni.
Per costruire, dal giugno del 1894 al 26 aprile del 1896, la ferrovia della Valsugana. Quasi 65 chilometri di strada ferrata, da Trento fino al confine dell'impero austro-ungarico di Tezze. Sono esattamente trascorsi 125 anni dal primo viaggio inaugurale, avvenuto il 26 aprile del 1896.
Era una domenica di sole. Partenza alle 9 dalla nuova stazione ferroviaria del capoluogo. Alla guida del convoglio, composto da due locomotive, un carro bagaglio e 14 carrozze, il macchinista Umberto Osti di Strigno. Dopo la benedizione, la locomotiva di testa fischia ed il treno «si snoda come un rettile sul nuovo viadotto di Gocciadoro».
Così riporta il giorno dopo il quotidiano Alto Adige, che descrive il viaggio con uno stile conciso ma efficace. La carrozza si ferma a Villazzano, salta la fermata di Povo ed arriva nella valle del Fersina. Qui i primi gitanti trasportati sulle nuove rotaie vengono accolti a Ponte Alto da spari di mortaretti. Dopo una breve sosta a Roncogno, «alla stazione di Pergine - si legge nell'articolo - una folla enorme. Sale il podestà e il viaggio prosegue costeggiando il lago di Levico. Altre fermate, Fino a Levico tra bande, pennoni, orifiamme e folla ovunque e dovunque».
Niente fermate a Barco e Novaledo. La comitiva, all'arrivo alla stazione di Roncegno - Bagni Marter, scende per un breve buffet offerto dai fratelli Waiz, proprietari dello stabilimento termale di Roncegno Terme. «Altro subisso di gente a Borgo», prosegue l'Alto Adige. Qui il convoglio si ingrossa. Con il locale podestà barone Hippoliti, anche la Società di Mutuo Soccorso ad accogliere, tra gli altri, anche il ministro della ferrovia dell'impero austro-ungarico cavaliere Gutemberg. Il viaggio prosegue, per concludersi alle 13.25 al capolinea, presso la piccola stazione di Tezze, «fra le salve dei mortaretti e il suono delle campane».
Su un prato, vicino al confine con l'Italia, mentre la locomotiva tornava a Grigno per scambio, oltre 400 persone partecipano a un ricco e sostanzioso buffet. Alcuni gitanti decidono di passare il confine e arrivano fino a Primolano, dove incontrano quattro ufficiali italiani. Ed anche quest'ultimi vengono coinvolti nei festeggiamenti.
Quando il treno arriva, in retromarcia da Grigno, a Tezze è l'ora del rientro a Trento, dove la comitiva arriva verso le 18. Quel giorno, il viaggio di andata dura complessivamente 4 ore e 25 minuti, quello di ritorno 3 ore e 30 minuti.
La giornata si conclude con un ricco pranzo, servito dall'Hotel Trento. «Allo champagne - conclude il resoconto del giornalista dell'Alto Adige - parlarono il vice presidente della Società per la ferrovia della Valsugana conte Boos Waldeck, il ministro Gutemberg ed il cavaliere Stummer».
Il 28 aprile parla dell'inaugurazione della ferrovia e della giornata di festa anche il giornale "La Voce Cattolica". Oltre al resoconto dettagliato degli avvenimenti, informa i lettori disegnando un quadro sugli aggiornamenti politici avvenuti durante la costruzione della linea e le prospettive future. Il giorno dopo, le prime corse regolare gestite dalla K.K. Sudbahn.
Dal 27 aprile entrano in servizio sei locomotive serie K.K. St B56 tipo CNZ della Lokomotivfabrik di Vienna, ognuna dal peso di 41 tonnellate e mezzo per una velocità massima di 50 chilometri all'ora. In dotazione anche 25 carrozze, 39 carri per il trasporto merci e 33 di vario tipo. Il tempo medio di percorrenza, secondo gli orari del tempo, da Trento a Tezze è di 2 ore e 40 minuti. I lavori per la costruzione dellaFerrovia della Valsugana erano iniziati l'11 giugno 1894 e terminarono il 26 aprile del 1896.
Come riporta il volume "la ferrovia della Valsugana" di Gian Piero Sciocchetti, edito dagli Amici della Storia di Pergine, furono 21 i territori attraversati dal tragitto della linea. Ognuno di loro ebbe una stazione o fermata, ad eccezione di Canale (la ebbe con l'arrivo della Grande Guerra), Castagnè, Bosentino, Ischia e Scurelle. Complessivamente, vennero espropriati 138 ettari di terreno e per il viadotto di Trento vennero posizionate ben 123 arcate. Si contavano anche 281 tra sottopassaggi, ponti, tombini e cavalcavia. Nei due anni del cantiere vennero impiegati fino a 4.500 lavoratori, il 48% proveniente dalla Valsugana, il 18% dal resto del Trentino ed il 30% dal vicino Veneto.
Oltre le metà erano manovali, il 20% cavatori, l'11% muratori e il 7% boari e carrettieri. Il 39% dei lavoratori aveva una età compresa tra i 20 e i 30 anni, il 20% meno di vent'anni, il 16% tra i 30 ed i 40 anni ed il 17% avevano più di 40 anni. Solo il 7% dei lavoratori aveva superato il mezzo secolo di vita. Si lavorava dalle 5 alle 19 durante il periodo estivo, dalle 7 alle 17 nei mesi invernali.
Nei due anni di lavoro si riscontrarono 257 infortuni tra gli operai, ma solo 3 mortali. Durante i lavori vennero utilizzati 7 mila metri cubi di calcestruzzo in cemento, 112 metri cubi di muri per fondazioni e sopra fondazioni, 10 metri cubi di volti in pietrame, 1,2 metri cubi di volti in mattoni, 2,8 metri cubi di muratrice in pietra lavorata, 7,2 metri cubi di selciata a malta e secco, 14 metri cubi di cunette e cunicoli di scolo e 54 metri cubi di gettata, sassoie e muri a secco. Nel giugno del 1894 iniziarono i lavori del primo lotto, da Trento e Calceranica al Lago. In tutto 24 chilometri affidati all'impresa Casagranda, Oss, Scoz & Co. Ditta che proseguì il cantiere, dal mese di giugno dell'anno successivo, per altri 20 chilometri fino a Borgo Valsugana. Nello stesso periodo l'impresa Marinelli-Peregrini si occupava dell'ultimo tratto, in tutto 21 chilometri dalla stazione di Borgo fino a Tezze.Dei lavori di ampliamento della stazione di Trento, che doveva essere dotata di un nuovo binario e di una nuova tettoia, si occupò la ditta Albertini. Il progetto, redatto tra il 1889 e il 1896, porta la firma dell'ingegnere Rudolf Stummer Ritter von Traunfels dopo che, nel 1864, l'ingegnere Luigi Tatti aveva predisposto una prima bozza per realizzare una linea ferroviaria da Mestre a Trento, via Bassano e Valsugana. Come si legge nel volume "La carrozza matta" di Carlo De Carli e Cristian Rossi «a sud di Tezze, oltre il confine, c'era il Regno d'Italia, dal quale ci si attendeva in tempi brevi il completamento della linea che, nel 1877, era stata portata da Venezia fino a Bassano del Grappa. Mancava un ultimo balzo di appena 30 chilometri, che si sarebbe fatto aspettare ancora a lungo». Esattamente fino al 21 luglio del 1910.