I due hotel di San Martino di Castrozza acquistati all’asta: il giudice annulla la vendita, la società con radici in Campania e a Praga non ha pagato
L’albergo Stalon e l’Alpino sono andati all’incanto in aprile: i soldi non si sono più visti, eppure erano stati contesi a suon di milioni da due cordate fra Avellino e Napoli
SAN MARTINO DI CASTROZZA. Non passeranno alla San Martino srl gli alberghi Stalon (nella foto) e Alpino, venduti il 24 aprile scorso dopo che i due proprietari avevano avuto problemi finanziari: una storia di cui l'Adige aveva parlato a metà agosto.
Il passaggio di mano dei due hotel 3 stelle finiti in un pacchetto di crediti deteriorati, ceduti alla Nepal srl nel 2019 dall'allora Cassa rurale di Primiero, doveva diventare ufficiale il 24 luglio. Era infatti questo il termine perentorio per saldare il prezzo di aggiudicazione raggiunto nella vendita: 1.350.000 euro per lo Stalon e 1.195.000 euro per l'Alpino.
Ma, rispetto agli ordinari 90 giorni previsti dalla procedura, su richiesta dalla società aggiudicataria la data era stata poi prorogata di 60 giorni, cui se ne erano aggiunti altri 30 per la chiusura del Tribunale nel mese di agosto. Il 29 ottobre, quindi, era stata fissata la scadenza definitiva per pagare il dovuto o per perdere la cauzione del 10% versata per partecipare all'asta. Ma 180 giorni di tempo per trovare i soldi dovuti non sono bastati, alla San Martino srl. Così, a metà novembre, il giudice delegato Benedetto Sieff ha dichiarato la decadenza dell'aggiudicazione.
La società ha presentato ora opposizione, rispetto al provvedimento, ma pare improbabile che possa ottenere soddisfazione. Gli hotel saranno quindi rimessi in vendita dall'avvocato delegato alla procedura, Roberto Gorgazzini, a meno che - nelle more - i vecchi titolari non trovino un accordo col creditore, per rientrare in possesso degli alberghi e per riaprirli.
In attesa di vedere cosa accadrà, è interessante guardare chi c'è dietro alla società a responsabilità limitata che, a fine aprile, ha tentato di sbarcare tra le Pale. A differenza di quanto dice il nome, la San Martino srl ha "cuore" e "testa" altrove e pare venuta alla luce appositamente per questa operazione, dato che è stata costituita il 12 aprile (ossia 12 giorni prima delle due aste) con un capitale sociale di 10 mila euro.
La sede legale della srl è a San Marco Evangelista, provincia di Caserta, e l'amministratore unico della società è Valentino Palermo. Due i soci, al 50%: la Parvadomus spa di Roma (interamente posseduta dalla Dunkercon Trading s.r.o. con sede a Praga) e la Investment srl di via S. Giovanni Porzio a Napoli, in mano a sei soci (Teresa Marano Carmela Iuliano, Mario Palermo, Mirella Lamberti, Paola Vacchiano e Margherita Luciano) ma amministrata da Gesualdo Marzocchi di Casaluce (Caserta).
Il nome di Marzocchi ricorre in altre società: è socio dello stesso Valentino Palermo nella Palmar snc che ha sede a San Marco Evangelista, è amministratore unico della Innovation Real Estate srl di Caserta e della Laila Immobiliare di Napoli (tutte con sede legale allo stesso indirizzo della Investment).
La Dunkercon Trading sro, che detiene l'intero capitale della Parvadomus spa, ha invece come amministratore delegato Raffaele Pratillo, sempre di Caserta: e l'indirizzo a cui rimanda la visura camerale della Parvadomus corrisponde a quello della Pratillo Group srl, robusta impresa di costruzioni: via Pompeo Ugonio 9, Roma.
Piuttosto interessante appare anche vedere come si è svolta la vendita di almeno di uno dei due hotel, lo Stalon. Dodici le offerte che erano state presentate a fine aprile, dopo una prima asta andata deserta in gennaio. Base di partenza fissata per l'albergo da 32 camere e 69 posti letto, 777.750 euro. Aperta il 27 aprile e chiusa il 26 alle 15.16, la vendita telematica ha registrato 33 rilanci.
Sopra la soglia di 1.150.000 euro, la gara è diventata tutta un "botta e risposta" tra l'avvocato Luigi Meinardi di Santa Maria Capua a Vetere, delegato "per persona da nominare" (rivelatasi poi la San Martino srl) e l'avvocato Ermanno Santoro di Cava de' Tirreni (sempre per persona da nominare). Fino alla definitiva "fiche" da 1.350.000 euro messa sul tavolo da Meinardi.